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Nembro e Alzano, il dossier di Conte: Fontana non ha argomenti per contestare il governo

«La Lombardia avrebbe potuto creare zone rosse autonomamente». Ma dopo le dichiarazioni del pm, non è escluso che il presidente del consiglio altri ministri possano essere ascoltati dai magistrati

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Il dossier della mancata istituzione della zona rossa nei comuni lombardi di Nembro e Alzano, epicentro dell’epidemia, è da giorni sul tavolo di Giuseppe Conte. «Da quel che ci risulta è una decisione del governo» ha dichiarato venerdì, fuori dal palazzo di giustizia, il procuratore aggiunto Maria Cristina Rota, alleggerendo con quelle parole la posizione del presidente della Regione.

Chiamato a testimoniare, il governatore Attilio Fontana ha assicurato di non aver ricevuto alcuna pressione dagli industriali e ha spostato la responsabilità sull’esecutivo giallorosso: «Era pacifico che la decisione spettasse al governo». E adesso non è escluso che il presidente del Consiglio e altri ministri possano essere ascoltati dai magistrati.

Dallo staff di Conte spiegano che il presidente non ha ricevuto alcuna convocazione e rimandano alla linea difensiva tracciata dal ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia: «Anche la Regione poteva istituire la zona rossa, come previsto dall’articolo 32 della legge 23 dicembre 1978 n.833». Lo sottolinea anche la lunga «nota di chiarimento» con cui, già diverse settimane fa, Palazzo Chigi rispondeva alle polemiche e che lo staff della presidenza del Consiglio ritiene ancora attuale.

Il presidente Fontana, si legge nelle ultime righe, non ha argomenti per «muovere contestazioni» al governo nazionale: «Se la Regione Lombardia ritiene che la creazione di nuove zone rosse andava disposta prima, con riguardo all’intero territorio regionale o a singoli comuni, avrebbe potuto tranquillamente creare “zone rosse” in piena autonomia».

Cosa dice quella norma? Che «il ministro della Sanità può emettere ordinanze di carattere contingibile e urgente, in materia di igiene e sanità pubblica e di polizia veterinaria, con efficacia estesa all’intero territorio nazionale o a parte di esso comprendente più regioni»: ma anche che «nelle medesime materie sono emesse dal presidente della giunta regionale e dal sindaco ordinanze di carattere contingibile ed urgente, con efficacia estesa rispettivamente alla regione o a parte del suo territorio comprendente più comuni e al territorio comunale». Insomma: non solo il governo, ma anche la Regione Lombardia avrebbe potuto, se lo avesse ritenuto necessario, istituire una zona rossa ad Alzano e Nembro.