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San Felice Circeo: mancano i cartelli sull’assenza di bagnini, niente tuffi

Gli uffici del Comune per il lockdown «non sono riusciti a realizzare la segnaletica obbligatoria da destinare alle spiagge libere». Il Comune è bandiera blu 2020

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Niente bagno a San Felice Circeo, rinomata stazione turistica del litorale pontino, tra le nove località del Lazio (sette in provincia di Latina) riconosciute bandiera blu per il 2020. Lo ha disposto il sindaco, Giuseppe Schiboni, con un’ordinanza che vieta di tuffarsi in mare, specie nelle spiagge libere. Il provvedimento è scaturito dalla mancanza di attività di «salvamento» che non garantisce la necessaria sicurezza per i bagnanti.

Il primo cittadino ha emesso l’ordinanza n.29 dopo quella diramata dall’ufficio circondariale marittimo di Terracina, che ha imposto ai Comuni e agli esercenti privati di garantire, negli orari di attività balneare, assistenza ai bagnanti con almeno una postazione presidiata da un assistente abilitato al salvataggio. E, laddove i Comuni costieri non provvedano ad assicurare tale servizio, sono chiamati a posizionare all’ingresso e in più punti dell’arenile un idoneo numero di cartelli con la dicitura in più lingue «Attenzione: balneazione non sicura per mancanza di servizio di salvamento», oltre a indicare limiti e segnalazioni. Ma il periodo di lockdown, si legge nell’ordinanza, «ha rallentato l’attività amministrativa anche degli uffici del Comune di San Felice Circeo», che non sono riusciti «a realizzare la segnaletica obbligatoria da destinare alle spiagge libere» per la stagione balneare 2020, condizionata in modo pesante dall’emergenza coronavirus.

Il sindaco Schiboni ha così emesso il provvedimento stabilendo il divieto e precisando che la balneazione è invece consentita «nelle spiagge libere in concessione», nel caso in cui i concessionari abbiano provveduto al rispetto delle indicazioni decise dalla Regione lo scorso 19 maggio. Con la stessa ordinanza si sottolinea che è possibile, nelle spiagge libere e in concessione, prendere il sole, ma con l’obbligo «di informazione e responsabilizzazione individuale degli avventori nell’adottare comportamenti rispettosi delle misure di prevenzione». E si evidenzia che gli ombrelloni dovranno stare alla distanza di 3.20 metri uno dall’altro, mantenendo uno spazio di 1,50 tra lettini, sdraie e asciugamani. Dovranno inoltre essere assicurati corridoi a garanzia del distanziamento sociale tra le persone di almeno un metro. Vietate, infine, le attività ludico-sportive di gruppo e di squadra che possano causare assembramenti. Previste, per chi viola l’ordinanza del sindaco, sanzioni amministrative da 25 a 500 euro.