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Multe e cartelle esattoriali, il 63% dei romani preferisce non dilazionare

Nonostante le deroghe concesse a causa del Covid-19, i pagamenti al Fisco sono continuati regolarmente: eppure i contributi avrebbero potuto essere versati entro il prossimo settembre

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Più della metà dei contribuenti di Roma e del Lazio ha continuato a pagare regolarmente le proprie cartelle esattoriali nonostante la dilazione delle scadenze a settembre concessa dal governo per l’emergenza Covid. Il dato, sorprendente, è in controtendenza rispetto alla «prassi» di ritardare finché è possibile il pagamento di multe, contributi e quote professionali anche in periodi «normali». Il conteggio, racchiuso in un report di Agenzia delle Entrate Riscossione, non fa differenza tra chi ha continuato a pagare perché non era a conoscenza di questa sospensione dei termini e chi invece non ha ritenuto di sfruttare questa possibilità. Si tratta in ogni caso di cartelle per le quali non erano stati inoltrati solleciti o avviate procedure di pignoramento.

Guardando nel dettaglio, nel Lazio ci sono oltre un milione di cartelle sospese (1.171.500) delle quali la stragrande maggioranza, anche per proporzione nel numero di abitanti, sono a Roma: 907.500. Il numero di contribuenti che stavano pagando a gennaio e febbraio, nel periodo pre Covid era pari a 116.640 e di questi 72.660 hanno continuato a farlo negli ultimi due mesi, ossia, il 62 per cento. Ancora, 85.060 dei 116mila pagatori attivi a gennaio/febbraio erano a Roma e 53.280 hanno continuato a esserlo durante il lockdown. Il dato della Capitale in quest senso è addirittura superiore alla media regionale, 63%.
Restando sotto la «voce cartelle sospese», 278.400 di queste sono relative a Roma all’Agenzia delle entrate, 33.450 di altro erario e 83.000 sono cifre dovute al Comune, così divise: 51.800 cartelle per multe non pagate, 31.200 per versamenti come Imu, Tari, Tasi etc. Ancora, restando nella Capitale, 234.450 cartelle riguardano pagamenti arretrati verso la Regione, 226.100 verso la Camera di commercio e 52.100 verso altri consorzi, ordini professionali etc. Resta il dato enorme di pagamenti sospesi: solo il 12% di questi è stato sbloccato.