L'Heysel come non l'avete mai sentito: il settore Z crollato e le lacrime di Agnelli - PARTE2
by Mattia PintusSegue dalla parte 1 (ASCOLTA QUI) - Nel 1983, due stagioni prima, ad Atene il sogno era stato spazzato via dall’Amburgo, che liquidò i bianconeri in finale per 1 a 0: per Gaetano Scirea, Marco Tardelli, Antonio Cabrini o Claudio Gentile, sarebbe stato il coronamento di un anno perfetto. Cominciato con lo Scudetto dell’82, proseguito con il Mondiale in Spagna e, appunto infranto, solo dall’Amburgo di Wolfgang-Felix Magath, che al 9’ decide la finale. Per questo, la partita dell’85 ha il sapore esaltante della grande occasione, anche se il Liverpool già Campione d’Europa non è l’avversario più accomodante da incrociare. I Reds sono nel vivo di un ciclo che porterà undici titoli nazionali in meno di vent’anni (dal ’73 al ’90), condito anche da quattro Coppe dei Campioni. L’uomo più temibile degli inglesi, è senz’altro Ian Rush, gallese di Flint che già a nove anni aveva fatto capire che segnare sarebbe stata la specialità della sua vita, conquistando il record di marcature stagionali per il Campionato scolastico del Galles settentrionale. Uno score di 79 reti che solo Micheal Owen, nel ’98, riuscirà a superare con 92.
LIVERPOOL - Oltre a Rush, che andrà proprio alla Juventus due anni dopo, ci sono anche Phil Neal, capitano da 650 presenze all’ultima partita con il Liverpool, o Bruce Grobbelar, il portiere che un anno prima ipnotizzò Ciccio Graziani sul rigore decisivo della finale contro la Roma. Si videro anche i baffi di Grobbelar, sul campo dell’Heysel, nel pieno della bufera...
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