Elezioni. Accordi in bilico e trattative sottobanco: è iniziata la partita per Giugliano
by Antonio MangioneTelefoni bollenti nella politica giuglianese. Placatasi l’emergenza Covid, con l’annuncio della possibile data dell’election day, previsto tra il 20 e 27 settembre, sono tornati a scaldarsi i motori dei partiti e dei candidati in vista delle prossime Amministrative. Se prima del lockdown il quadro sembrava quasi del tutto delineato, oggi la situazione è in completo divenire nei vari schieramenti politici.
Poziello tenta il bis
Messa da parte la velleità di una possibile candidatura alle regionali a sostegno di Vincenzo De Luca, il sindaco uscente, Antonio Poziello, tenterà il bis dopo la sfiducia dello scorso febbraio. A suo sostegno ci sarà una coalizione formata in gran parte da liste civiche e, al momento, da un unico partito, ovvero Italia Viva di Matteo Renzi. Sarà sicuramente ripresentata la lista ‘Poziello Sindaco’, alla quale si aggiungeranno altre due civiche. Oltre ai fedelissimi che lo hanno accompagnato nell’avventura amministrativa, sta cercando di formare una squadra di candidati mista che possa traghettarlo quanto meno al ballottaggio, per poi giocarsi la partita nella sfida ‘one to one’, dove oramai è espertissimo. L’ex sindaco sta pescando nel mondo dell’imprenditoria, della cultura, dell’associazionismo, società civile e tra i professionisti. Insomma una squadra composta da giovani ed esperti, tra cui anche qualcuno dell’ex area Ds fronte ‘gerliniano‘. Sicuramente meno candidati rispetto alla coalizione di 5 anni fa, ma più efficaci in termini di bacino di voti. Il suo progetto potrebbe però essere scalfito da un’eventuale candidatura di Giuseppe Pietro Maisto, il quale potrebbe sottrargli parecchi ‘cavalli di razza’, politicamente parlando.
I due volti del centrodestra
La coalizione di centrodestra si era lasciata prima del lockdown con la firma di un patto di coalizione sottoscritto da quattro partiti (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Udc) e due liste civiche (CambiaMenti di Anna Russo e quella di Luigi Guarino). Un accordo che ora, visti gli ultimi accadimenti, sembra essere saltato o comunque vacillare fortemente. “Prima il programma poi il nome”, era il mantra durante gli incontri pre-quarantena, ma qualcosa è cambiato. Da una parte Alfonso Sequino, consigliere comunale uscente di Forza Italia, ha rotto gli indugi e, come ampiamente pronosticato, si è reso disponibile ad essere la figura di sintesi di candidato a sindaco del tavolo allargato del centrodestra. Una fuga in avanti frutto di un patto a tre, Sequino-Russo-Guarino, che come già scritto lo scorso dicembre (https://internapoli.it/elezioni-a-giugliano-il-centrodestra-ricomincia-da-tre-ma-il-patto-non-piace-a-tutti/) non piace però a tutti. Infatti i quattro partiti in un comunicato congiunto hanno stigmatizzato questa presa di posizione e chiarito “che al momento non è venuta fuori nessuna figura che possa trainare tutte le forze politiche e le varie anime esistenti all’interno dei singoli partiti”. Il riferimento a Sequino, anche se non diretto, è comunque palese. Insomma Sequino piace, ma non a tutti.
Immediata, però, è arrivata la replica delle civiche escluse dal comunicato ma presenti agli incontri di coalizione avvenuti prima del Covid. Le liste civiche, che fanno riferimento ad Anna Russo e Luigi Guarino, hanno parlato di “comportamento dei partiti che hanno deciso di estrometterli dal ragionamento” e si dicono pronti a continuare “l’instancabile lavoro intrapreso da tempo per proporre e sostenere il miglior progetto possibile nell’esclusivo interesse della città”. Tradotto dal politichese significa che continueranno a caldeggiare il progetto che vede Alfonso Sequino come candidato a sindaco. Un muro contro muro tra partiti e liste civiche che potrebbe dunque portare ad una frattura all’interno del centrodestra. Da un lato Sequino sui social continua a parlare di entusiasmo intorno alla sua figura, ma, parafrasando un detto di ‘pianesiana memoria’, tanto caro anche allo stesso Sequino, si sa che “la politica non è un giocattolo”. Oltre agli apprezzamenti del web, contano soprattutto quelli degli esponenti regionali, provinciali e locali dei partiti. Del resto i candidati a sindaco della terza città della Campania sono stati sempre decisi sui tavoli sovracomunali o quanto meno con il loro placet.
Dall’altro Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Udc stanno cercando una figura che possa aggregare quanto più possibile le diverse anime del centrodestra per andare a vincere la partita delle amministrative e tornare al governo della città. Figura che sarebbe stata individuata in Giuseppe Pietro Maisto. Molto vicino all’eurodeputato Fulvio Martusciello e a Stefano Caldoro, Maisto – già 2 volte consigliere regionale e con un passato anche nell’Assise giuglianese – sarebbe ben visto da Lega, Fratelli d’Italia, Udc e dalla vecchia guardia di Forza Italia per la sua esperienza amministrativa e per i rapporti già consolidati ai piani alti della politica. Tirato in ballo da più parti, Maisto però non ha però ancora sciolto le riserve, nonostante le tantissime telefonate di apprezzamento e di sostegno fatte in questi giorni all’ex consigliere regionale, sia da parte di ex consiglieri comunali giuglianesi ma anche da papabili candidati alla Regione dell’hinterland.
Maisto vorrebbe, infatti, una benedizione eterogenea alla sua candidatura. Non una semplice imposizione dall’alto, ma una spinta che parta da Giugliano e trovi il pieno sostegno dei coordinamenti provinciali e regionali dei partiti di centrodestra. Proprio l’incastro tra elezioni comunali e regionali potrebbe sparagliare le carte in tavola. Luigi Guarino, ad esempio, che in questo momento pare sostenere la candidatura a sindaco di Alfonso Sequino, potrebbe alla fine decidere di propendere per Maisto.
Tutto gira intorno alle arcinote velleità dell’ex presidente del Consiglio comunale di entrare nell’ente di Palazzo Santa Lucia. L’esponente della fascia costiera, dopo aver ricevuto un secco no dalla Lega, è infatti in cerca di un’altra collocazione politica per rincorrere uno scranno in Consiglio regionale. Indiscrezioni delle ultime ore lo danno vicino alla lista SUD, acronimo di Solidarietà-Uguaglianza e Democrazia, promossa dai già senatori Antonio Milo, Vincenzo D’Anna e dall’ex assessore regionale alla Sanità Angelo Montemarano. In sintesi la scelta del candidato a sindaco del centrodestra è collegata a doppio filo agli intrecci con le elezioni regionali.
Il centrosinistra ha scelto Nicola Pirozzi ma occhio al piano B
Nel centrosinistra il nome caldissimo, e che potrebbe essere ufficializzato nel giro di pochi giorni, resta quella di Nicola Pirozzi. Il già più volte capogruppo del Pd sta lavorando oramai da tempo per ottenere la candidatura a sindaco della coalizione, questa volta però senza lo scoglio delle primarie. Pirozzi, infatti, avrebbe avuto già il placet delle segreterie provinciali, regionali e dai vertici romani del Pd. In questo caso l’obiettivo è quota 17mila, in modo di assicurarsi quanto meno la partita del ballottaggio. Per questo motivo si sta puntando a realizzare un ‘listone democratico’, a cui si aggiungerebbero i consensi di altre 5 liste collegate al partito di Nicola Zingaretti. Oltre ai democrat, infatti, fanno parte della coalizione i giovani attivisti di Polis, la civica Giugliano Bene Comune, che vede al suo interno 3 consiglieri comunali uscenti (Giuseppe d’Alterio, Paolo Ciccarelli e Gennaro Di Gennaro), i Riformisti di Rosario Ragosta e Francesco Mallardo, la lista Pirozzi Sindaco e un’altra civica in rappresentanza della fascia costiera. Eppure tutto quello che sembra chiaro e definito, potrebbe anche saltare. Il motivo? La scelta di una candidatura ‘pesante’ da parte di altre coalizioni potrebbe spingere l’establishment democratico a cambiare strategia e puntare su un nome di maggiore calibro. I profili più chiacchierati sono quelli che girano oramai da mesi: Rocco Granata in primis, ma anche l’ex deputata Giovanna Palma, l’immancabile Emanuele D’Alterio e l’avvocato penalista Pino Pellegrino. Sia chiaro, al momento la candidatura di Pirozzi non è in discussione. E’ bene, però, tenere sempre in considerazione un eventuale piano B, visto che il Partito Democratico ci ha abituato a clamorosi colpi di scena.
Tanta indecisione nel Movimento Cinque Stelle
Resta da decifrare la posizione dei grillini. Nicola Palma, dopo la batosta con l’esclusione dalle Regionarie, è ancora in attesa di una spiegazione dai vertici per capire quale sia stato il motivo per cui è stato fatto fuori. In cima ai pensieri dell’ex capogruppo pentastellato c’è sempre la volontà di correre per un posto in Regione. Nel frattempo, a livello comunale, dialoga un po’ con tutti, da destra a sinistra, nel tentativo di costruire una coalizione civica che abbia due presupposti fondamentali: la sua figura come candidato a sindaco e la rottura con l’asse Sant’Antimo (Cesaro) – Villaricca (Topo). Il tempo stringe, però, e non è escluso che a questo giro possa anche restare a guardare.
Quello che è certo è che il nome di Nicola Palma non farà parte della lista dei candidati alle comunali del M5S. Quest’ultima, composta da 32 nomi, è stata formata e presentata sul blog Rousseau dall’altro consigliere grillino uscente, Salvatore Pezzella. La lista, con l’indicazione anche del candidato portavoce, un giovane medico di una stimata famiglia giuglianese, deve passare lo scoglio della certificazione del blog. Pezzella, avendo ottenuto il via libera da Roma per l’alleanza con forze civiche, ha quasi ultimato una seconda lista di appoggio al Movimento 5 Stelle. Una volta ottenuta la certificazione grillina si valuterà se propondere per la corsa in solitaria o sostenere candidati di altre coalizioni, sempre che da Crimi e dai facilitatori scelti in Campania (Micillo e Ciarambino, ndr) arrivi l’ok per dialogare anche con i partiti oltre che con le liste civiche.
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