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FIGC senza logica, scelte insensate e tentativi per levare lo scudetto alla Juve

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Il calcio ricomincia, e siamo (quasi) tutti contenti. Dopo tre mesi trascorsi tra tentennamenti, proposte, controproposte, discussioni no stop, finalmente è stata presa una decisione. Del resto, se la Bundesliga è già ripartita e presto lo faranno pure Liga e Premier, non si capiva perché non potesse farlo pure l’Italia, considerato che il numero dei malati da Covid è in picchiata. Il problema, semmai, è come si ricomincerà. Con ancora pendente sulla testa delle singole squadre l’assurda spada di Damocle della quarantena, in caso di nuovi contagi, non dando così la benché minima certezza alla Serie A di completare tutte le 12/13 giornate mancanti . “Ci preoccupa” disse Gravina, ma non è riuscita a farla togliere.

SENZA LOGICA - L’alternativa, purtroppo, si chiama playoff, formula per la quale stravede solo il presidente federale e, ovviamente, quei club avvantaggiati da una simile soluzione. Tipo, chi occupa attualmente una posizione in classifica a – 24 punti dalla vetta. Ha ragione Urbano Cairo: se il campionato dovesse nuovamente fermarsi, significa che non si può giocare, e allora non si possono disputare nemmeno playoff e playout. Ragionamento logico. Ma, si sa, è proprio la logica a fare difetto alle istituzioni calcistiche, incapaci di arrendersi. Per motivi molto semplici, ed anche parecchio meschini: incassare l’ultima rata dei diritti tv, provare ad evitare che pure questo scudetto lo possa rivincere ancora la Juventus. La controprova sono pure i “coefficienti correttivi” inventati ad hoc dalla FIGC per decidere vincitori e vinti in caso di cristallizzazione della classifica.

COPPA ITALIA - Il pallone dunque tornerà a rotolare dal 13 giugno, ma con la Coppa Italia. Altro giro, ennesima decisione pasticciata. Com’è umanamente pensabile assegnare un trofeo in 5 giorni? I giorni 13/14 si disputerebbero le 2 semifinali di ritorno, e il 17 la finale. Tutto in meno di 72 ore. In una parola, inconcepibile. Il Governo voleva dare in tv le partite di Serie A in chiaro, ma non essendo riuscito a convincere Sky e Dazn a rendere visibili a tutti almeno le “dirette gol”, allora ha fatto leva su Mamma Rai per regalare subito al pueblo tre gare di livello. Juve, Inter e Milan si sono fatte sentire, il Napoli no perché non gli pare vero di potersi portare a casa una coppa approfittando della situazione (così come sarebbe ben contento di andare ai playoff scudetto).

GRAVINA & AL PINO - La stessa logica di cui parlavamo sopra dovrebbe invece consigliare di far disputare la finale almeno 6 giorni dopo. Persino ai Mondiali vengono concesse alla squadre finaliste 3 giorni e mezzo per recuperare. Un alto dirigente nonché uomo di calcio come Gravina dovrebbe saperlo, e invece tace. Non c’è tempo, pare, e pur di ricominciare a giocare e sentire suonare le fanfare in suo onore, lui che ha rimesso in pista l’industria del pallone, lascia passare tutto. Come Gravina, pure il presidente di Lega Dal Pino ha chiesto alle società di non fare troppi capricci. Così è, anche se non vi pare. Insieme non sono riusciti finora a risolvere nemmeno la questione contratti, di fatto tutti in scadenza il 30 giugno prossimo, pur avendo promesso ad aprile di prorogare con apposita delibera federale il termine della stagione al 2 agosto, proprio allo scopo di evitare incongruenze sui contratti. L’hanno fatto? Non risulta. Tutto ancora in alto mare. L’importante è tornare a giocare, il resto si vedrà.

Auguri.