Guida per i sostegni ai professionisti autonomi iscritti all’ordine

by

Qual è il punto della situazione in merito alle misura a sostegno degli autonomi? Facciamo un riepilogo di quanto contenuto nel decreto Rilancio, guida per i sostegni ai professionisti autonomi iscritti all’ordine. Tuttavia va detto che molto è stato fatto anche dalle rispettive Casse dei professionisti. Ad esempio quella dei commercialisti ha aiutato i suoi iscritti nel sostenere le spese per affitto dello studio in questi mesi. O si pensi all’iniziativa (già operativa) dell’Enpam   che riconosce accanto al bonus dei €600 altri €1.000 ai propri iscritti. Ma solo per i lavoratori autonomi (e non i dipendenti).

Guida per i sostegni ai professionisti autonomi iscritti all’ordine

Al netto di future modifiche in sede di conversione, il decreto distingue tra chi è iscritto a una Cassa di previdenza (ad esempio gli Ordini) e chi no. E quindi iscritti alla gestione separata dell’Inps. Ai primi, il legislatore nega il contributo a fondo perduto. Per chi è iscritto a un Ordine il solo contributo è quello legato al reddito di ultima istanza, che a maggio potrebbe lievitare a 1.000€.

Sempre nello stesso decreto (dl 34/2020) è legiferato anche sull’indennità da seicento €. In particolare si statuisce che per il bimestre aprile-maggio esso non è dovuto a chi presenti alcune circostanze. La prima, che risulti titolare di contratto di lavoro subordinato e a tempo indeterminato. La seconda, che risulti godere della pensione.

Definizione di cessazione, sospensione e riduzione dell’attività professionale

Il primo passo consiste nello stabilire se si rientra tra gli autonomi che hanno ridotto, cessato o sospeso la propria attività professionale. S’intende cessata l’attività se è stata chiusa la partita Iva tra il 23 febbraio e il 31 marzo 2020. Si intende invece ridotta o sospesa l’attività se si è avuta una riduzione del reddito nel 1° trimestre 2020 di almeno il 33% rispetto allo stesso periodo 2019. Il termine di confronto non è il fatturato ma il reddito (sottrazione tra compensi avuti e costi sostenuti).

La procedura per determinare l’indennità spettante

Per tutte e tre le casistiche entra poi in gioco il decreto di marzo che statuisce i requisiti  da possedere per fare parte dei percettori dell’indennità. Per godere di quest’ultima il decreto fa ricomprende: primo, i professionisti che nel 2018 hanno percepito un reddito tra i 35.000-50.000 euro. Questi vanno intesi al lordo dei canoni d’affitto da cedolare secca. Ad essi spettano gli aiuti per il bimestre aprile-maggio, sia cha abbiano ridotto, cessato o sospeso la loro attività. Secondo, i professionisti che nel periodo d’imposta 2018 hanno dichiarato un reddito complessivo lordo inferiore ai 35.000 €. Sempre al lordo dei canoni d’affitto da cedolare secca e che abbiano dovuto stoppare l’attività per il lockdown. Per essi il diritto all’indennità riguarda il bimestre aprile-maggio.