Riaprono le palestre, ripartenza a rilento: «Le conseguenze le pagheremo adesso»
by Alessandro PirozziDal 25 maggio c’è stato il via libera all’apertura di palestre, piscine e centri sportivi. Ma di certo non si può dire che siano tornati alla normalità. Le nuove disposizioni e le linee guida imposte del Governo per garantire la sicurezza degli utenti influiscono sicuramente sulla ripresa delle strutture sportive. Tra le limitazioni imposte c’è quella dell’accesso al numero di persone che potranno allenarsi e l’obbligo del distanziamento.
È bastato fare un salto in diverse palestre per capire quali sono le difficoltà che i gestori stanno affrontando e, soprattutto, qual è la realtà a cui abituarsi.
Abbiamo parlato con Davide Marciano, club manager dell’Imperial Orta – uno dei centri fitness più grandi in Campania – e Carlo Guadagni, titolare della Palestra dei Mille 16 a Napoli. Confrontandoci con loro è stato possibile appurare quanto, nonostante la recente riapertura, sia difficile il momento che attraversano i gestori delle strutture sportive.
La situazione delle palestre dopo la riapertura
“Il calo è stato netto. Per fortuna le persone, anche nei giorni di chiusura, hanno chiesto molte informazioni sulla nostra riapertura, sulle precauzioni per allenarsi in sicurezza e sulle modalità di prenotazione. Possiamo dire che un 50% è ritornato alle vecchie abitudini, ma l’altra fetta di persone – spiega Davide – ha un po’ di timore in più“.
Il club manager dell’Imperial ha anche spiegato quali sono le precauzioni che sono state attuate dopo la ripresa. «Abbiamo una struttura abbastanza grande e questo, per fortuna, ci ha permesso anche di organizzarci meglio. Ogni attrezzo è distante un metro dall’altro, mentre tra le persone che si allenano si dovranno mantenere i due metri di distanza. Sono delle norme che noi siamo riusciti ad attuare senza troppe difficoltà poiché la nostra struttura ce lo permette, ma credo che per le strutture più piccole ci saranno seri problemi. Anche perché bisogna tener conto del riciclo d’aria: questo è importante non solo per il ‘periodo covid’. Oltre ad avere delle finestre che favoriscono la fuoriuscita della’aria, infatti, abbiamo un’estrazione di aria forzata meccanica, che spinge fuori l’aria che entra all’interno della struttura in modo tale da garantire la sicurezza dei nostri clienti”.
Pensiero condiviso da Carlo, gestore della Palestra dei Mille 16: «Sono sopportabili, ma crediamo che non ci sia l’attenzione da parte delle persone. Noi stiamo lavorando duramente per consentire sia al nostro personale che ai nostri clienti di allenarsi in sicurezza. Ma basta dare uno sguardo fuori, specie in strada, per notare assembramenti di persone che si riuniscono magari per un aperitivo».
L’organizzazione
«Noi abbiamo un’app – precisano dall’Imperial – che in questo periodo abbiamo fortificato. Da questa è possibile prenotare ogni attività che la nostra palestra mette a disposizione, dalla sala attrezzi ai corsi musicali: è tutto prenotabile ma, soprattutto, a numero chiuso. Questo ci permette di avere un controllo costante sulle persone che entrano e di evitare picchi di affollamento».
Per le strutture con spazi ampi, anche se non troppo grandi, il modo di organizzarsi resta simile. Anche se il contesto va preso in considerazione. Carlo, infatti, spiega che «Possiamo permetterci di accogliere i nostri clienti serenamente, anche perché la nostra struttura non rientra tra quelle ‘grosse’. Per questo motivo dovrebbe restare inalterato il modo di allenarsi, anche se ovviamente adesso con le dovute precauzioni. Non resta da fare altro che abituarci a queste nuove disposizioni».
Gli aiuti dal Governo alle palestre
Davide ha anche raccontato le difficoltà che una struttura come l’Imperial, così come tante altre, si trova ad affrontare e, soprattutto, ha affrontato dopo gli oltre due mesi di chiusura: «È stato un periodo difficile. La cassa integrazione è arrivata in ritardo, ma ci sono altre persone che non l’hanno neanche ricevuta. Le conseguenze le conosceremo soltanto adesso, perché il problema non è stata la chiusura ma la ripartenza. Nonostante siamo rimasti fermi, sono arrivate le bollette da pagare. Anche se ‘minimizzate’, ma sono comunque arrivate. Concludo dicendo che ci siamo avvicinati alla bassa stagione, e per una palestra ripartire dopo quasi tre mesi di chiusura in un momento come questo, è veramente difficile».
Servizio a cura di Alessandro Pirozzi e Antonio Sabbatino
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