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Spostamenti tra regioni, Crimi: "Basta proroghe" ma la Lombardia punta all'8 giugno

Il capo politico del Movimento 5 stelle sostiene la riapertura per il 3 giugno senza ulteriori proroghe e per tutte le regioni ma l'assessore lombardo Giulio Gallera chiede più tempo: "Serve prudenza, aspettiamo l'8 giugno"

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"Ci si aspetta una riapertura il 3 giugno e non credo sia il caso di prorogare ulteriormente". Lo ha dichiarato Vito Crimi, capo politico del Movimento 5 Stelle ad Affaritaliani.it auspicando che "si debba aprire senza differenziazioni tra Regioni".

"Il governo ha sempre fatto tutte le scelte, a volte impopolari, basandosi su dati scientifici. Ma quando decide deve tener conto anche di tanti altri fattori, a 360 gradi, come quelli socioeconomici."

Ma c'è chi frena: il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, chiede al governo prudenza. "O si fa un provvedimento distinguendolo per regioni come Lombardia, Piemonte e Liguria che sono ancora più esposte al contagio delle altre, oppure, come sarebbe ragionevole, si aspetta un altro po' tutti, in attesa di maggiore uniformità dei dati".

Riapertura della Lombardia, Gallera frena e pensa all'8 giugno

Un altolà alla riapertura tutti e subito arriva però anche dalla Lombardia e dall'assessore al Welfare lombardo, Giulio Gallera, che sta frenando la corsa del proprio governatore Attilio Fontana. "Io dico che ci vuole ancora prudenza per capire se siamo in una fase nuova e diversa oppure no", ha dichiarato a margine della inaugurazione della nuova terapia intensiva dell'ospedale Sacco di Milano. Secondo Gallera "per fare una valutazione complessiva su quella che è la diffusione" dei contagi dopo le riaperture della fase 2 "la data cardinale è l'8 giugno".

"Noi abbiamo avuto una settimana di riapertura, anche il week end scorso e l'8 sarà assolutamente fondamentale per capire se c'è una ripresa del contagio oppure no. Quindi c'è ancora una settimana di grandissima attenzione per capire qual è lo scenario", ha aggiunto Gallera.

A far propendere per una riapertura generalizzata tuttavia potrà essere l'indicazione che arriva dai posti liberi in ospedale: "Ciò che conta nella diffusione del coronavirus è il numero delle richieste di malati che hanno bisogno di un ricovero ospedaliero in quanto gravi, un numero che non è certo in aumento", ha detto il professor Massimo Galli, primario del reparto di infettivologia dell'ospedale Sacco di Milano a margine della presentazione del nuovo reparto di terapia intensiva. "Mentre il numero di nuove diagnosi riflette un fenomeno che viene dalla prima fase della grande epidemia: non sono nuove infezioni, sono quelle che finalmente riescono a essere diagnosticate, quindi non è un problema di nuove infezioni e di nuovi focolai. Molti sono usciti di casa con la loro infezione addosso".

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