Coronavirus, Zaia a Di Maio: “No a corridoi Ue, non siamo un lebbrosario. Risolvi”

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ROMA – “Non può passare l’idea che siamo un lebbrosario”. Così il presidente del Veneto, Luca Zaia, si scaglia contro il ministero degli Esteri dopo le recenti aperture differenziate dei confini in alcuni Paesi Ue.

Non da ultima la Grecia che ha stilato una lista di 29 Paesi i cui turisti saranno accolti a partire dal 15 giugno. L’Italia non è tra questi.

Al titolare degli Esteri, Luigi Di Maio, il governatore del Veneto manda a dire: “Si deve dare da fare”. E sottolinea il fatto che se altre nazioni chiudono all’Italia i loro confini è “qualcosa che finisce per mettere in discussione la qualità della sanità che eroghiamo”. 

Il presidente del Veneto ribadisce la propria contrarietà ai corridoi privilegiati tra stati europei e chiede “una regia dell’Ue” e l’intervento del Ministero degli Esteri per risolvere il problema.

“Basta considerare l’Italia come la Wuhan d’Europa. C’è il mondo intero, specie quello del turismo, che ci guarda – sottolinea – La Svizzera apre a tutti fuorché a noi, e ci considera degli appestati; la Croazia va in questa direzione”.

“Che differenza c’è tra noi e la Francia? Si mette in discussione la qualità sanitaria del nostro paese. Non può passare l’dea che siamo un lebbrosario”.

Secondo Zaia “non c’è una regia comunitaria: come può l’Austria o la Croazia decidere in autonomia. C’è tutto un fai da te, ed è un guaio. Anzi, è scandaloso”. .

Il presidente del Veneto auspica anche che per gli spostamenti tra regioni “non si apra a macchia di leopardo, anche se capisco – dice – le preoccupazioni di qualche collega”.

“Spero che si apra tra le regioni, tutti insieme, e anche a livello europeo”. (Fonte: Ansa)