https://www.ilcorrieredellacitta.com/wp-content/uploads/2020/05/cani-e1590759158596.jpeg

Sequestri mancati. Bisogna seguire le procedure. Parla il Commissario all’Ambiente del Comune di Roma Daniele Diaco

I casi di Grottarossa e Capena ripropongono l'interrogativo: ma dove finiscono i cani sequestrati dalla Polizia Giudiziar

by

Martedì 26 maggio: “Loro sono salvi. Portati via dall’incubo. L’inferno è finito”. Annunciano le Guardie Zoofile del nucleo romano Earth dalla loro pagina Facebook. 

“Loro” sono 4 cuccioli tenuti tra rifiuti e escrementi da un soggetto psicolabile a Grottarossa, XV municipio. Una missione riuscita a metà poiché proprio mentre la Earth provvedeva a far riempire i moduli del sequestro, il Comandante della polizia locale, già informata dei fatti, di fronte alle minacce dell’individuo di fare una strage e di togliersi la vita,  decide di bloccare tutto e di vietare alle guardie di portare in salvo anche gli adulti. Esasperata, la presidente Valentina Coppola decide di inviare un’informativa ala Procura della Repubblica.

Giovedì 28 maggio, due giorni dopo da Capena – comune della città metropolitana di Roma Capitale – un nuovo allarme proveniente questa volta dalle Guardie APG NOA coordinate dal comandante Alfredo Parlavecchio. Ben 6 cani da caccia detenuti in box singoli sporchi e fatiscenti sprovvisti di ciotole “presenti numerose deiezioni – si legge nel rapporto delle guardie NOA – acqua sporca, cucce non a norma, spazi non idonei” Qui, a peggiorare le cose, il timore manifestato dai cani nei confronti del proprietario e un forte stato di stress.

Quanto basta per un sequestro lampo, penserebbe chiunque provi un po’ di amore e compassione verso gli amici più fedeli dell’uomo. Niente di tutto questo. Neppure le elevate sanzioni emesse nei confronti dell’individuo –  unitamente alle dovute raccomandazioni di adoperarsi nel più breve tempo possibile per migliorare il benessere degli animali – hanno convinto i commentatori della pagina Facebook. Come può un maltrattatore seriale e recidivo – è stato scritto –  cambiare condotta in poche ore per una multa? E se fosse invece, questo modo di procedere, controproducente?  Un interminabile botta e risposta tra gli utenti e tra gli stessi e le Guardie Zoofile in questione, culminato nello scivolone finale del NOA: “Ma dove li mettiamo poi? Ve li portate a casa voi?”

Abbiamo voluto sentire – in merito a queste due drammatiche vicende – il Presidente della Commissione Ambiente di Roma Capitale, presente anche lui martedì all’intervento di Earth a Grottarossa.

“Per legge il cane posto sotto sequestro deve passare per la struttura sanitaria della Regione – spiega il Commissario per l’Ambiente – e dopo i controlli e le verifiche del caso trasferito a Muratella, dove verrà messo in adozione”.

La polizia giudiziaria, vale a dire le guardie zoofile – precisa Diaco –  che intervengono in situazioni critiche di maltrattamento – dovrebbero conoscere le procedure. Ed attenersi alle regole. Non sono i privati cittadini a doversi fare carico di queste situazioni. La legge parla chiaro. Il commento dell’operatore NOA era pertanto totalmente fuori luogo. “Non si possono inoltre selezionare interventi e adempimenti in base alla comune appartenenza a un partito o a ideologie politiche. Purtroppo accade anche questo – lamenta Daniele Diaco. In questi casi chi è colpevole di reato di omissione d’atti d’ufficio o interessi privati in atto pubblico può e deve essere segnalato alla Prefettura per i provvedimenti del caso” 

Rosanna Sabella