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Perez e il traction-control incorporato

Secondo il direttore tecnico della Racing Point Andrew Green Checo non gode di una giusta considerazione nel paddock

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Sergio Perez è tra i piloti più esperti in Formula 1. Il messicano, che debuttò nel 2011 con la Sauber, ha poi rappresentato McLaren e Racing Point (ex Force India) nella sua quasi decennale carriera. Uno dei punti di forza del pilota messicano è la gestione delle gomme, qualità che lo ha contraddistinto sin dalle categorie propedeutiche, come la GP2, quando ha sfiorato il titolo nella serie cadetta nel 2010 conclusa al secondo posto con cinque vittorie all’attivo alle spalle del campione Pastor Maldonado. Andrew Green, direttore tecnico della Racing Point, ha elogiato l’alfiere della scuderia destinata a diventare Aston Martin nel 2021.

Perez aspetta Aston Martin

Intervistato durante il podcast Beyond the Grid, Green ha rivelato: “È incredibilmente sottovalutato. Al momento è al top della sua carriera. Il suo feedback e la sua mentalità nel guidare la monoposto nei giorni di gara, per me, lo rendono uno dei migliori”. L’ingegnere britannico ha poi commentato le capacità di Perez nel gestire le gomme: “È tra i due-tre piloti migliori nella tenuta degli pneumatici. Ha questo talento nel capire lo stato delle gomme mentre corre, e affronta le curve in maniera ineccepibile, sembra che abbia un controllo di trazione incorporato”.

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La predilezione dell’assetto in vista della gara, però, costa a Perez incisività in qualifica. Un sacrificio calcolato che spesso, però, compromette i weekend di gara a causa di partenze lontane dalle zone nobili della classifica: “Spesso la inamovibile convinzione di Perez di impostare il setup sulla domenica ci è costato l’intero weekend in termini di risultati – ha ammesso Green – perché Perez nella qualifica ha un punto debole che viene acutizzato dalla scelta tattica a livello di assetto volto esclusivamente alla gara”.