Lasagna: "So di dover segnare di più, spero che la fortuna inizi a girare dalla mia parte. Sto lavorando molto per migliorare"

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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

Kevin Lasagna ha parlato al "Gazzettino". Ecco le sue parole, riportate dal sito ufficiale dell'Udinese:

Gianpaolo Pozzo recentemente ha dichiarato che Lei può emulare nientemeno che Di Natale, il più grande goleador di sempre dell'Udinese, uno dei più prolifici della storia del calcio italiano.

"Ho letto le sue dichiarazioni, non nego che mi hanno fatto e mi fanno estremamente piacere. Sicuramente mi stanno dando una carica particolare perché sono consapevole che posso e devo fare di più. È un'iniezione di fiducia, ma per cercare di avvicinarmi a Totò dovrei farne di strada. Stiamo parlando di un campione che ha fatto la storia dell'Udinese ".

Lei ha iniziato l'avventura bianconera con il piede giusto, 12 pesantissimi gol in 29 gare più altri 2 in 3 apparizioni in Coppa Italia; poi il bottino si è dimezzato, ora è fermo a quattro. Quali sono i motivi di questa involuzione?

"Premetto che dò sempre il top. In allenamento e la domenica. Nel calcio centra anche la fortuna, a volte cogli il palo e il pallone entra, in altre circostanze i legni si prendono beffa di te. Succede prima o poi a tutti gli attaccanti, anche se non cerco scusanti. Quest'anno avrei dovuto segnare di più, lo so, spero che la ruota della fortuna giri e si ricordi di me".

È solo questione di fortuna o sfortuna?

"Certo che no. In questo periodo di avvicinamento alla ripresa del campionato sto facendo con mister Gotti un particolare lavoro per essere più cinico, più concreto in zona gol, anche se non è facile perché sovente arrivo in area partendo dalla metà campo, con dispendio di energie. Ma troveremo una soluzione, ci stiamo lavorando, lo ripeto, lo spero senza dover necessariamente snaturare il mio modo di stare in campo".

Lo sa che come potenza, come scatto, come rapidità entro l'area, assomiglia nientemeno che a Gigi Riva?

"Qualcuno me lo ha ricordato. Ma io non ho mai ammirato dal vivo quel mitico calciatore, ho visto qualche filmato, nulla di più. L'accostamento al grande Riva è esagerato, ovvio, ma lo accetto, significa che alcune mie qualità piacciono al mondo del calcio. Mi dicono che Riva in area era una furia scatenata, difficilmente sbagliava gol, ecco vorrei avere la sua abilità a trafiggere i portieri avversari".

Dopo due mesi di forzato per e di quarantena, quanto manca il calcio?

"È la mia professione, mi manca dunque. Soprattutto mi manca la vita quotidiana dello spogliatoio, la vita di campo. L'importante è ripartire e non fermarsi.

Il Responsabile dell'Area Tecnica, Pierpaolo Marino, paragona le prossime dodici gare alla roulette russa.

"Saranno dodici gare particolari, ne siamo tutti consapevoli. Entreranno in scena numerosi fattori, una preparazione ovviamente diversa, il caldo, il grande caldo. Già ora nei quotidiani allenamenti lo avvertiamo, eccome. Non si conosce ancora il calendario delle partite, mi riferisco all’orario di inizio delle stesse. Però.."

Però?

"C’è l’ipotesi che una di tre gare in programma ogni turno possa iniziare alle ore 16,30. Sarebbe troppo. In piena estate a quell’ora il caldo e l’afa sono insopportabili. Mi auguro che tale ipotesi venga rivista. Vediamo domani".

Ma saranno introdotte le cinque sostituzioni proprio per limitare i rischi di crolli da parte delle contendenti.

"Meno male. Ma non so se basterà. Credo di no se si giocherà di pomeriggio. Sarebbe per tutti noi una prima volta, tre gare in una settimana. Una cosa è certa, le favorite sono sempre di più le squadre grandi, coloro che dispongono di una rosa quantitativamente e qualitativamente più che valida, comunque noi siamo attrezzati per rimanere a distanza dalla zona rossa anche se le insidie sono aumentate notevolmente perché ci sono poche certezze".

Discorso scudetto: chi lo vincerà?

"È una domanda da un milione di dollari. Non ho elementi per potermi sbilanciare, ma è indubbio che la lotta sarà ristretta a Juventus e Lazio. Si è un discorso a due, l’Inter è out. Sei e cinque punti di ritardo dalle due battistrada, sempre ammesso che la formazione nero azzurro superi la Sampdoria nella gara di recupero, sono un pesante fardello che ti penalizza. Poi entreranno in gioco parecchi fattori per favorire l’una o l’altra delle contendenti".

Torniamo a parlare di Lei e della nazionale. Pensa sempre alla maglia azzurra?

"Ho disputato quattro gare, l’ultima nemmeno dieci mesi fa contro l’Armenia. Normale che ambisca a tornare a indossare quella maglia. Un anno fa, prima dell’inizio del campionato, dissi che uno dei miei obiettivi primari era rappresentato dagli Europei. Strada facendo non è che abbia fatto granché per meritarmi un posto, lo riconosco. Per cui se l’emergenza Coronavirus non avesse costretto l’Uefa a rinviare la manifestazione continentale, il ct Mancini non mi avrebbe convocato. Ma nella sfortuna sono anche fortunato, mi viene data un’altra chance per partecipare alla competizione che è stata posticipata di un anno, ma non dovrò vanificare l’aiuto della Dea Bendata, dovrò garantire un altro rendimento, fare il salto di qualità. Farò tutto quanto è nelle mie possibilità per concretizzare questo sogno che è comune a tutti i calciatori. Se ci riuscirò significherà che avrò difeso al meglio la causa dell’Udinese, il club che mi paga, dove mi trovo bene ."

Dopo l'ultima sua apparizione in nazionale, hai mai sentito Mancini che è un suo estimatore?

"No. Però è vero, ha fiducia in me, spero di poterlo convincere da qui alla fine della prossima stagione, che sono meritevole di giocare con l'Italia".