Sit-in sotto la Regione per il ‘reddito di quarantena’: «Servono fondi immediati» (Foto)
ANCONA - Striscioni e cartelli per la protesta pacifica questa mattina di un centinaio di manifestanti accorsi sulle scale che conducono a Palazzo Raffaello per rimarcare «l’inadeguatezza delle risposte istituzionali». Tra le richieste, lo stop ad affitti, rate, bollette, il rafforzamento della sanità pubblica e la necessità di eseguire tamponi a tappeto. Critiche anche al Covid Center di Civitanova
by Matteo Zallocco
di Giampaolo Milzi (foto di Giusy Marinelli)
Il Coronavirus ha colpito duro, “ma non siamo tutti nella stessa barca!”. E’ uno dei tanti slogan scanditi mentre gli striscioni auspicavano l’introduzione del “reddito di cittadinanza che, aggiunto al rafforzamento della “sanità pubblica”, equivale a “giustizia sociale, o lo “stop alla precarietà per gli educatori e le educatrici dei servizi sociosanitari”. Un centinaio di persone, moltissimi giovani – alcuni impegnati nel volontariato e nei centri sociali – tra i quali tanti migranti, provenienti da tutte le Marche, stamattina hanno stazionato per oltre due ore sotto le scalinate che portano all’ingresso della sede della Regione di Palazzo Raffaello, a partire dalle 11. Sotto una pioggia incessante che non ha bagnato la rabbia civile dei manifestanti, cittadini travolti dalla crisi economica apportata dalla pandemia Covid-19, che hanno rimarcato «l’inadeguatezza delle risposte istituzionali». Lavoratori di vari settori (spettacolo, turismo, cultura, sport, artigianato, scuola, logistica, sanità, cooperative, piccole imprese, partite Iva), autonomi, dipendenti (spesso a singhiozzo e precari), stagionali, senza contare i disoccupati cronici e quelli che l’occupazione l’hanno persa proprio a causa dell’emergenza infettiva. Ad Ancona, come in tante altre città è andata in scena la mobilitazione nazionale degli aderenti alla campagna “RedditoDiQuarantena”, unitisi nelle “Brigate volontarie per l’emergenza” (come quelle del capoluogo dorico, di Senigallia, Macerata, San Benedetto del Tronto). Tante le denunce – nel corso degli interventi al megafono – sui “buchi neri” delle misure per fronteggiare il collasso dell’economia e le richieste, rivolte, in parte al Governo nazionale, ma soprattutto al presidente della Giunta delle Marche, Ceriscioli. «Proprio stamattina in Regione stanno decidendo finanziamenti milionari alle imprese, ma per i lavoratori che si fa?», ha detto un manifestante. «Vogliamo un blocco reale di mutui, tasse, bollette, affitti, l’una tantum dei 600 euro non basta, tra l’altro non sono più rifinanziabili; quanto ai buoni spesa la loro disponibilità si è subito esaurita – ha aggiunto un altro delle brigate proveniente da Fano -. Cosa sta facendo la Regione in merito? E cosa, soprattutto, per chi si trova in casi di insolvenza incolpevole?» «Il reddito di emergenza erogato dalla Regione è assolutamente insufficiente, chiediamo un reddito di base dignitoso e l’introduzione del salario minimo garantito» ha sottolineato un giovane cuoco. Nel mirino, l’inadeguatezza dei decreti “Cura Italia e “Rilancio”, così come la gestione della cassa integrazione. «In tanti, troppi, non hanno ancora avuto l’assegno della cassa dalla Regione, cassa che tra l’altro corrisponde a 4 euro l’ora, una ‘mancetta’ inaccettabile, quindi la cassa in deroga va subito rifinanziata».
Pressanti le rivendicazioni in materia di sanità in link col popolo che al lavoro ci è tornato. «Per queste persone vogliamo tamponi di massa e gratuiti, perché non tutti possono permetterseli». Una richiesta, quella per l’effettuazione dei tamponi gratuiti da parte delle strutture sanitarie della Regione, che per i manifestanti va inserita in una «politica generale organizzativa del massimo ente locale sulla gestione dell’emergenza che non conosciamo bene, in particolare per l’esigenza di un monitoraggio del reale stato epidemico in tutte le Marche e sul tema del punto di efficienza della capacità di terapie intensive a fronte di una possibile ondata di ritorno del Covid». Sempre in tema di sanità, il pressante invito «ad investire in quella pubblica» e le durissime critiche al «Covid Hospital di Civitanova Marche, la cosiddetta astronave affidata al discutibilissimo ruolo di Bertolaso, un monumento alla speculazione economica e una offesa al diritto alla salute», si legge nel volantino delle Brigate del RedditoDiQuarantenaMarche. Centrale, anche l’argomento della riapertura delle scuole a settembre. «Chiediamo una programmazione chiara in merito alla sanificazione degli istituti, allo smantellamento delle “aule pollaio” e all’identificazione di edifici pubblici da destinare all’attività didattica per evitare alla radice il ritorno di quella on line, favorendo così anche un maggior impiego del personale docente» si legge ancora nel volantino. Auspicata anche l’accettazione della introduzione del Fondo d’integrazione salariale (Fis) per gli educatori e un chiarimento tra Regione e Anci in vista della ripartenza dei centri estivi per bambini e ragazzi «in un rapporto docente/discente da 1 a 7 se si tratta di piccoli e di 1 a 10 per i grandi». Infine, la richiesta di una politica della Regione potenziata, più snella ed incisiva per la ripresa socio-economica della zona del cratere già duramente colpita dal terremoto e ora provata anche dall’emergenza Covid. Al termine della mobilitazione, una delegazione di manifestanti è stata ricevuta dal funzionario Fabio Sturani, responsabile della segreteria del Governatore Ceriscioli. Il quale, a nome della Regione, ha promesso di aprire un tavolo di confronto sulle richieste delle Brigate del RedditoDiQuarantenaMarche e di sbloccare al più presto gli assegni di cassa integrazione ancora non erogati. Alla delegazione si sono uniti alcuni medici che poco prima avevano dato vita ad un presidio in piazza Cavour, assieme agli infermieri, per denunciare, tra l’altro, «la grave situazione di precariato degli specializzandi, retribuiti con contratti miseri, spesso costretti a cercare all’estero prospettive più garantiste e certe per il loro futuro».