Parchi archeologici e beni culturali, in Sicilia riaprono gratis: “Un regalo per gli isolani”
Da domani e fino al 7 giugno un lungo elenco di parchi archeologici e musei riaprirà i battenti in Sicilia. Gratis. “Un regalo ai cittadini, visto che per mesi sono rimasti a casa e hanno rispettato le regole”, spiega a Fanpage.it l’assessore ai Beni culturali Alberto Samonà. Ma c’è ancora chi, nel settore del turismo, fatica a vedere possibilità di salvezza dopo il lungo lockdown.
by Luisa Santangelo"Se la data di riapertura del turismo resta quella indicata dal presidente, è chiaro che a fruire dei siti da domani disponibili saranno prima i siciliani". Alberto Samonà, giornalista, è da qualche giorno il nuovo assessore ai Beni culturali della Regione Siciliana. Entrato nella giunta regionale in quota Lega, si è trovato a gestire per prima cosa la complessa riapertura di musei e parchi archeologici dell'Isola. Un immenso patrimonio che deve fare i conti con questi mesi di chiusura e che vive, più di ogni altra cosa, di turismo. Il governatore Nello Musumeci si è detto scettico rispetto all'apertura della Sicilia ai flussi turistici sin dall'inizio di giugno. Dichiarando che fino al 7 del mese sarà bene continuare a restare chiusi. Per evitare il rischio di contagi da Covid-19 portati dall'esterno, mentre la Sicilia già vede la luce in fondo al tunnel del coronavirus. "Per la sicurezza di tutti, è meglio aspettare, no?". A meno che dal dialogo con il governo nazionale non vengano fuori dati epidemiologici confortanti, che permettano di accelerare i tempi.
Così domani si riapre per il pubblico locale. E, per una settimana, l'ingresso a beni culturali e parchi archeologici della Regione Siciliana sarà gratuito. "È un regalo che abbiamo voluto fare ai nostri cittadini – spiega Samonà a Fanpage.it – Chiusi in casa e rispettosi delle regole per mesi, adesso possono uscire e approfittare gratuitamente delle bellezze dell'Isola". Ma solo a determinate condizioni: prenotazioni online obbligatorie, ingressi contingentati e gruppi limitati. Ci sono posti, come il parco archeologico di Naxos Taormina che hanno sanificato anche i reperti: le immagini mostrano il personale specializzato, in tuta e maschera, provvedere a disinfettare le aree destinate ai visitatori. Mentre all'ingresso sono stati installati dei tornelli, per garantire che si entri a distanza e a ritmi regolari. "Il Teatro Antico di Taormina sarà aperto nella fascia pomeridiana per godere dell'ora del tramonto", racconta a questa testata la direttrice Gabriella Tigano, archeologa. Oltre ai colori, c'è anche un dato di fatto: mancano i visitatori che normalmente arrivano in crociera e le scolaresche. Una fetta di pubblico enorme: le perdite non sono ancora state quantificate.
Chi invece i numeri ce li ha chiari è Giusy Belfiore, presidente dell'associazione Guide turistiche di Catania. "Siamo andati a zero e rimarremo a zero per molto tempo". Il turismo di prossimità, cioè quello dei siciliani, è una speranza. Ma la Sicilia negli ultimi anni si è guadagnata una fetta di visitatori provenienti da oltreoceano che non si sa ancora quando potrà ripartire. Statunitensi, australiani, giapponesi attratti non solo dal mare ma anche da quello che resta dei fasti del passato. L'anfiteatro romano di Catania, il più grande di Sicilia, è visitabile solo per la piccola porzione che si trova in piazza Stesicoro. Anche quello riaprirà domani, dopo la lunga sospensione delle attività. "Ma gli spazi sono piuttosto angusti. Se dovessimo organizzare delle visite guidate, saremmo costretti a lavorare per piccoli gruppi. Entri con qualcuno, stai quindici minuti dentro, spieghi quello che puoi spiegare e poi giù con gli altri", prosegue Belfiore. Con le conseguenze, in termini di sostenibilità economica dell'attività, che è facile immaginare. "La nostra professione è normata dalla legge, però ci potremmo trovare, più avanti, a subire la concorrenza delle guide straniere. Chiediamo un'attenzione alla nostra categoria, che si faccia in modo che ci sia permesso di ricominciare a lavorare".
Chi, invece, per il momento resta ferma è l'associazione Officine culturali, che si occupa delle visite guidate e della fruizione nell'ex Monastero dei Benedettini di piazza Dante, sempre nel capoluogo etneo, uno dei più grandi d'Europa e adesso sede del dipartimento di Scienze umanistiche dell'università di Catania. La struttura resta chiusa al pubblico e così eventuali visitatori siciliani potrebbero ammirarla solo dall'esterno. "Stiamo valutando l'acquisto di tecnologie di radiotrasmissione – dichiara Francesco Mannino, presidente di Officine culturali – Ma è un investimento importante per una realtà come la nostra". Meno di una decina di lavoratori, in cassa integrazione anche loro, che attendono di ricominciare a lavorare. "L'eventuale riapertura in sicurezza non sarà l'unico ingrediente che spingerà le persone a uscire di nuovo – conclude Mannino – C'è un grande tema che è quello della propensione dei cittadini". Vorranno uscire? Vorranno andare in un museo? Avranno le risorse economiche per permettersi uno svago culturale? Le risposte arriveranno solo tra settimane.