Ignazio Visco, considerazioni da fine guerra: “Pil può crollare del 13%. Troppe tasse, troppo nero”

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ROMA – Ce la faremo a riprenderci? 

Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco vuol credere di sì, ma certo mai le rituali Considerazioni Finali hanno avuto il carattere ultimativo, il tono da fine mondo di quelle di oggi.

Uno scenario da uscita dalla guerra – tanto è vero che sottilmente Visco cita il Keynes del 1940, “Come pagare il costo della guerra” – con un Pil 2020 in calo nello scenario peggiore del 13%.

Siamo di fronte a una crisi epocale dove a pagare è soprattutto la parte più povera, che ha perso il doppio.

Il futuro è un orizzonte di incertezza, epidemia, lockdown e stop ai flussi turistici e commerciali assestano un colpo formidabile all’economia italiana: ma lavoro sommerso ed evasione fiscale che costringono a una tassazione esagerata sono tutta roba nostra.

Il governatore propone un nuovo contratto sociale tra politica lavoratori e imprese potendo contare su alcuni punti di forza che spesso dimentichiamo: ma “i sacrifici di oggi non siano un alibi per rinviare le riforme” (a proposito di Keynes), si impongono innovazione e lotta alle diseguaglianze. In una parola “riforme”.

“Nessuno deve perdere la speranza”

“L’incertezza oggi è forte” ma “‘oggi da più parti si dice “insieme ce la faremo”. Lo diciamo anche noi”. Così il governatore di Bankitalia Ignazio Visco sottolineando che non lo si deve dire però “solo con ottimismo retorico, bensì per assumere collettivamente un impegno concreto”.

“Serve un nuovo rapporto tra Governo, imprese dell’economia reale e della finanza, istituzioni, società civile; possiamo non chiamarlo, come pure è stato suggerito, bisogno di un nuovo “contratto sociale”, ma anche in questa prospettiva serve procedere a un confronto ordinato e dar vita a un dialogo costruttivo”. Infine un chiaro appello: “Nessuno deve perdere la speranza” dice Visco.

“I 750 mld Ue non sono gratuiti, vanno ben spesi”

“Ogni paese deve utilizzare le risorse messe a disposizione dalle istituzioni europee con pragmatismo, trasparenza e, soprattutto in maniera efficienze”. Visco nelle considerazioni finali avverte però che “i fondi europei non potranno mai essere ‘gratuiti'” perché “il debito europee è debito di tutti”.

Visco definisce l’ultima proposta Ue, del fondo da 750 miliardi “un’opportunità importante”. “L’Italia – aggiunge inoltre – è chiamata ad uno straordinario sforzo per sfruttare le opportunità offerte meglio di quanto non abbia fatto negli ultimi decenni”

Pil 2020, “scenario peggiore -13%”

“Nello scenario di base la flessione dell’attività produttiva nel 2020 sarebbe pari al 9%” e nel 2021 il Pil “recupererebbe circa la metà della caduta”. Per Visco “su ipotesi più negative, anche se non estreme (…) il prodotto si ridurrebbe del 13% quest’anno e la ripresa nel 2021 sarebbe molto lenta”. Visco sottolinea che “ci vorrà tempo per tornare a una situazione di normalità, presumibilmente diversa da quella a cui eravamo abituati fino a pochi mesi fa”.

La “profondità della recessione, nel medio periodo”, “non potrà non avere effetti sui bilanci bancari. L’aumento dei crediti deteriorati andrà affrontato per tempo, facendo ricorso a tutti i possibili strumenti, inclusi quelli per la ristrutturazione e la loro vendita”. ” Qualora necessario”, “si dovrà essere pronti a percorrere soluzioni che salvaguardino la stabilità del sistema valutando” “strumenti in via preventiva per banche che versino in una situazione di serie, anche se presumibilmente temporanee, difficoltà”.

Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco riconosce che ci siano stati “frizioni” e “alcune lentezze” nell’afflusso della liquidità alle imprese prevista dalle misure del governo dovuta anche alla “mole di domande eccezionale” e “problemi di natura organizzativa e differenze nelle dotazioni informatiche” ma si dice “fiducioso che nelle prossime settimane con la cooperazione di tutti i soggetti coinvolti si registreranno miglioramenti” anche con alcuni emendamenti alla norma.

“Nel quadro macroeconomico del Governo si prevede per il 2020 un disavanzo pari al 10,4 per cento del PIL e un aumento del peso del debito pubblico sul prodotto di 21 punti percentuali, al 156 per cento. Un lascito così pesante impone una presa di coscienza della dimensione delle sfide di fronte a noi”.

“Possibile ridurre il debito di 2 punti all’anno”

Nel testo viene spiegato che “con un tasso di crescita dell’economia compreso tra l’uno e il due per cento”, un calo dello spread, e un avanzo primario dell’1,5% “sarebbe sufficiente per ridurre il peso del debito sul prodotto di circa due punti percentuali in media all’anno”.

Pressione fiscale troppo alta: troppa evasione

“Ciò che soprattutto ci differenzia dalle altre economia avanzate è l’incidenza dell’economia sommersa e dell’evasione che si traduce in una pressione fiscale effettiva troppo elevata per quanti rispettano pienamente le regole”. Visco che invita ad “un profondo ripensamento della struttura della tassazione, che tenga contro del rinnovamento di sistema di protezione sociale, deve porsi l’obiettivo di ricomporre il carico fiscale a beneficio dei fattori produttivi”.

Per Visco “le ingiustizie e i profondi effetti distorsivi che derivano da evasione e sommerso si riverberano sulla capacità di crescere e di innovare delle imprese; generano rendite a scapito dell’efficienza del sistema produttivo”.