Stefano Tacconi, retroscena sull’Heysel: “Ci imposero di giocare”

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TORINO – Stefano Tacconi è tornato a parlare della tragedia dell’Heysel nel corso di una intervista rilasciata a “Le Lunatiche” su Rai Radio 2.

Il 29 maggio del 1985, poco prima dell’inizio della finale di Coppa dei Campioni di calcio tra Juventus e Liverpool allo stadio Heysel di Bruxelles, morirono 39 persone, di cui 32 italiane, e ne rimasero ferite oltre 600.

Le dichiarazioni dell’ex estremo difensore della Juventus sono riportate da juventusnews24.com.

“Dentro lo spogliatoio c’era un po’ di tutto: chi perdeva sangue, chi era ferito, noi abbiamo prestato i primi soccorsi, prestando anche le scarpe a chi le aveva perse, le tute.

Era un’atmosfera surreale.

Boniperti aveva detto che non dovevamo giocare, ma poi un generale delle Forze dell’ordine ci impose di giocarla e credo sia stato giusto perché altrimenti sarebbe successo molto di più.

Entrammo in campo molto arrabbiati, perché comunque ci avevano tolto il sogno di quella finale, noi eravamo sicuri di vincere ma ci hanno tolto la gioia di esultare.

Capisco le critiche, ma anche qui furono le Forze dell’ordine a chiederci di uscire con la coppa per tenere buoni i tifosi dentro lo stadio.

Non dovevano uscire perché gli hooligans non erano stati ancora evacuati”.

Per la cronaca, la coppa venne vinta dalla Juventus grazie ad un gol segnato su rigore da Michel Platini.