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Zaia in una foto d'archivio

Zaia: Italia non è Wuhan d'Europa, tolto obbligo mascherina, primi luglio ultimi pazienti in Veneto

Il governatore del Veneto Luca Zaia ha presentato oggi una nuova ordinanza in vigore fino al 15 giugno, come il Dpcm. Tra le novità più significative scompare l'obbligo di indossare la mascherina, ad eccezione che nei luoghi pubblici o dove non è possibile garantire il mantenimento delle distanze sicurezza. "Da lunedì la mascherina la porti nei luoghi chiusi o dove c'è assembramento, il che significa che quando vai a camminare non la usi, ma te la porti dietro che se incontri qualcuno la puoi indossare" ha spiegato il presidente nel corso del consueto punto stampa.

La nuova ordinanza prevede la riapertura dal primo giugno delle strutture termali e dei centri benessere e di tutti i sevizi per bambini e adolescenti (ad eccezione della fascia d'eta' 0-3).

"Si sta spegnendo, la coda ce la trascineremo fino giugno, primi di luglio, ma la curva ha preso una bella piega già del 10 di aprile qui in Veneto. Il nostro modello ci diceva già mesi fa che avremmo avuto gli ultimi pazienti ai primi di luglio e così sarà". Restano ad oggi solo sette pazienti positivi in terapia intensiva e sette solo anche le nuove infezioni rispetto a ieri. Superata nella notte la soglia dei 1900 decessi dall'inizio dell'emergenza (1906).

"Penso sia fondamentale non aprire a macchia di leopardo. Capisco la preoccupazione di qualche collega ma spero si possa aprire tutti assieme ma anche a livello europeo. Abbiamo la necessità di aumentare gli spostamenti e le relazioni". 

"Come possiamo accettare che la Svizzera consideri gli italiani degli appestati? Apre a tutti tranne che all'Italia. Così anche la Croazia. Non può passare l'idea che siamo un lebbrosario". Così il governatore del Veneto rispondendo alle domande dei giornalisti in merito ai corridoi aperti tra nazioni a livello europeo. "L'unica soluzione non è quella di guerreggiare ma quella di far valere la vera diplomazia ed è un problema del ministero degli esteri - spiega - dobbiamo risolverlo, 'sto problema. Non esiste che qualcuno ci cataloghi come la Wuhan d'Europa solo perché nel mondo occidentale abbiamo inaugurato noi l'emergenza coronavirus".