Coronavirus, uno studio italiano: “Ansia e stress post-trauma per il 50% degli operatori sanitari”
Pubblicato sull’autorevole Jama lo studio condotto nei giorni immediatamente precedenti al picco in Italia. “Appare chiaro che la 'mazzata' c'è stata”, dice Rodolfo Rossi, primo autore dello studio
by RedazioneMedici e infermieri italiani impegnati in prima linea contro il Covid-19 sono stati esposti a livelli elevati di eventi stressanti e presentano "in circa il 50% dei casi sintomi post-traumatici legati a stress, depressione, ansia e insonnia”. Lo sostiene uno studio appena pubblicato su ‘Jama’ (ossia l’autorevole Journal of American Medical Association). Ne ha parlato all’Adnkronos Salute Rodolfo Rossi, psichiatra e assegnista di ricerca all'Università Tor Vergata di Roma e primo autore dello studio pubblicato su 'Jama'.
L'indagine è la prima del genere condotta in Italia. "Lo aveva già rilevato un'analisi condotta in Cina sugli operatori sanitari di Whuan, e ora lo confermiamo con questa indagine", ha spiegato Rossi.
Il lavoro, condotto dall'Università dell’Aquila in collaborazione con l'Università di Roma Tor Vergata, ha coinvolto un totale di 1.379 operatori sanitari che hanno compilato un questionario ad hoc. Dopo aver valutato le risposte, è emerso che 681 operatori (49.38%) mostravano sintomi 'spia' di stress post-traumatico; 341 (24.73%) di depressione; 273 (19.80%) di ansia; 114 (8.27%) insonnia e 302 (21.90%) stress.
Il questionario, rivolto specificatamente agli operatori sanitari, è stato diffuso online su tutti i social network. Il periodo di indagine corrispondeva ai giorni immediatamente precedenti al picco in Italia, spiega lo studio, ossia proprio i giorni critici in cui i servizi sanitari del Paese erano sotto pressione. "Abbiamo esaminato anche le caratteristiche del lavoro degli operatori, cioè se erano in prima o seconda linea. Scoprendo chiare associazioni tra i sintomi e il fatto di lavorare in prima linea, aver avuto un collega contagiato o morto ed essere giovani e donne", ha spiegato Rossi. Inoltre l'esposizione al contagio è stata associata ad un maggior rischio di depressione.
"Appare chiaro che la 'mazzata' c'è stata. Inoltre lo stress post traumatico si manifesta subito, ma ha anche un'onda lunga a sei mesi. Monitoreremo la situazione con un follow up già nei prossimi mesi, per valutare l'evoluzione delle condizioni degli operatori sanitari", ha concluso Rossi.