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"Fontana assassino". Ancora insulti choc al governatore lombardo

Il presidente, a Bergamo per l'audizione con i pm come persona informata sui fatti, è stato contestato ancora una volta da un gruppo di manifestanti: "Non dimenticheremo niente e pagherete davvero tutto. Assassini"

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"Non dimenticheremo niente e pagherete davvero tutto, perché fino all'ultimo pretenderemo verità". Gli slogan, urlati con rabbia al megafono, sono ancora una volta rivolti al presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, in queste ore ascoltato dalla procura di Bergamo, come persona informata sui fatti nell'inchiesta sull'ospedale di Alzano, sulla mancata zona rossa e sulle persone decedute nelle Rsa. Dopo le numerose minacce ai vertici del Pirellone legate alla gestione dell'emergenza del nuovo coronavirus in regione, il governatore, ieri è stato posto sotto scorta dalla prefettura di Varese, dopo le minacce ricevute negli ultimi giorni.

Ancora cartelli choc

Questa mattina, in piazza della Libertà, a Bergamo, di fronte alla procura, ad attendere il governatore un presidio di circa venti persone con i cartelloni e megafoni in mano. Tra i cartelli sventolati, i manifestanti ne reggevano uno con la sua fotografia, mentre indossa una mascherina, con lo slogan: "Fontana responsabile della strage". Prima del suo arrivo, in una città blindata, agenti di polizia e carabinieri hanno presidiato gli accessi di via Brigata orobica, dove il governatore è entrato accompagnato dalla scorta. I manfiestanti, che si definiscono "cittadini di Bergamo", hanno srotolato un lungo striscione con la scritta: "Fontana, Bergamo non dimentica. Merda".

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Bergamo, Fontana contestato davanti alla procura

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Gli slogan

"In questo Paese è essenziale soltanto produrre e fare profitto sopra la nostra pelle. Non dimenticheremo. Non dimenticheremo i lavoratori e il personale sanitario che ha fatto uno sforzo incredibile e che avete chiamato eroi e però non siete neanche stati in grado di rinnovare il contratto nazionale", hanno urlato ancora dalla piazza. I manifestanti, muniti di striscioni e cartelloni di protesta, hanno occupato la via che divide piazza della Libertà dalla procura. "La responsabilità della strage è di chi ha smantellato il tessuto sanitario lombardo, ribaltando il rapporto tra sanità pubblica e privata. Io ho perso due parenti, erano anziani, ma il Covid-19 gli ha dato la mazzata finale", ha gridato un'altra donna.

Le accuse a Confindustria e a Gori

"Fontana e Gallera, sappiamo che siete dentro a testimoniare. Si poteva evitare la strage, che è avvenuta anche per la gestione di Confindustria. Non dimenticheremo. Vergogna anche per i 70 euro per il test sierologico. Prendetevi le vostre responsabilità. Pretendiamo verità e giustizia", ha dichiarato un altro manifestante al megafono. Durante l'audizione di Fontana, dalla piazza è partito il coro "Vergogna" e ancora "Assassini". Molte le critiche anche per il sindaco della città lombarda, Giorgio Gori, accusato di avere contribuito a ritardare l'istituzione della "zona rossa". Intanto, una decina di agenti hanno indossato i caschi e hanno raggiunto i manifestanti creando un cordone, in attesa dell'uscita di Fontana. Anche se, al momento, non si sono registrate tensioni, la strada è stata chiusa al traffico in attesa dell'uscita del governatore.