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Il rialzo del mercato adesso abbraccia più settori

Fra le compagnie dello S&P500 la partecipazione al rialzo risulta ora pressoché totalitaria, con il 95% delle azioni situate ieri sera oltre la propria media mobile a 50 giorni.

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Fra le compagnie dello S&P500 la partecipazione al rialzo risulta ora pressoché totalitaria, con il 95% delle azioni situate ieri sera oltre la propria media mobile a 50 giorni. Ipercomprato, certo; ma anche sintomo di vitalità.

La notevole progressione sperimentata da Piazza Affari nelle ultime sedute – ben sette candele bianche consecutive: altrettante chiusure superiori ai livelli di apertura - è il riflesso del raro ma decisamente efficace setup fatto registrare tra il 18 e il 19 maggio scorsi, la cui evoluzione prospettica è stata illustrata nei giorni passati sul Rapporto Giornaliero.

Sarà interessante questa sera verificare se gli indici italiani riusciranno a spingersi oltre lo short stop settimanale; ma è abbastanza evidente come la settimana in corso abbia messo da parte la congestione laterale che ha contraddistinto i due mesi precedenti.

Il cambio di passo è evidente a diverse latitudini: fra le compagnie dello S&P500 la partecipazione al rialzo risulta ora pressoché totalitaria, con il 95% delle azioni situate ieri sera oltre la propria media mobile a 50 giorni. Sui listini europei l’ampiezza è meno schiacciante, ma la ritrovata vitalità del settore bancario sta rapidamente colmando il ritardo: ieri sera l’80% delle società del MSCI Euro vantava uptrend, per esso intendendosi appunto il posizionamento oltre la media mobile a 50 giorni.

L’upgrade qualitativo apparirà meglio questa sera, quando non pochi indici del Vecchio Continente imiteranno il battistrada DAX nel superamento dello short stop settimanale. Sarà interessante verificare lunedì mattina il responso finale del modello di asset allocation. Bisogna prendere in ogni caso atto della evidente riluttanza del mercato azionario ad adeguarsi ad una stagionalità che per il mese di maggio si profilava storicamente negativa: dopo aver conseguito un saldo per l’appunto negativo nei primi tre mesi dell’anno, lo S&P500 storicamente ha perso terreno nel mese siamo per archiviare in 5 casi su 6 dal Dopoguerra ad oggi.

Ieri ci siamo soffermati sul considerevole impatto prospettico generato dal notevole miglioramento qualitativo sperimentato negli ultimi giorni negli Stati Uniti; segnatamente, la vistosa crescita delle società quotate in grado di vantare formalmente una condizione di uptrend di medio periodo.

Una valida obiezione poggia sulla partecipazione ancora meno convinta in prospettiva di lungo periodo: se, come rilevato poc’anzi, ben il 95% delle società del paniere dell’indice S&P500 si colloca oltre la propria media mobile a 50 giorni, a ieri appena il 41% delle medesime società si posiziona oltre la media mobile a 200 giorni. Segno evidente di un recupero brutale nelle settimane più recenti, ma al contempo di un contesto strutturale ancora deteriorato.

Allentando i parametri, si rileva come un’ampiezza di medio periodo superiore all’80% è un’ampiezza di lungo periodo inferiore al 50%, sia stata riscontrata negli ultimi 12 anni in cinque occasioni, ben visibili nel rapporto di oggi. Al lettore le conclusioni.