Spazio, Solar Orbiter attraverserà la coda della cometa Atlas

Evento raro, è il primo ad essere conosciuto in anticipo

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Roma, 29 mag. (askanews) – Nei prossimi giorni, Solar Orbiter dell’ESA attraverserà la coda della Cometa ATLAS: la coda di ioni il 31 maggio-1 giugno e la coda polverosa il 6 giugno. Sebbene non fosse previsto che la navetta spaziale, lanciata a inizio anno con l’obiettivo di studiare il Sole, raccogliesse dati scientifici a questo punto, gli esperti di missione hanno lavorato per assicurare che i quattro strumenti più importanti vengano accessi durante questo incontro unico.

Solar Orbiter è stato lanciato il 10 febbraio 2020 e da allora, e con l’eccezione di una breve interruzione a causa della pandemia di Coronavirus, scienziati ed ingegneri hanno condotto una serie di test e preparato delle attività di routine conosciute come ‘messa in servizio’. La data di completamento di questa fase era stata fissata al 15 giugno, per permettere alla sonda di essere completamente operativa per il suo primo passaggio vicino al Sole, o perielio, a metà giugno. Tuttavia, la scoperta della possibilità dell’incontro con la cometa – informa l’ESA – ha reso la cose più urgenti.

Volare per caso attraverso la coda di una cometa è un evento raro per una missione spaziale, è qualcosa che gli scienziati sanno che è avvenuto solo sei volte in precedenza, per missioni che non stavano espressamente inseguendo comete. Tutti gli incontri sono stati scoperti nei dati acquisiti dal veicolo spaziale, successivamente all’evento. Il prossimo attraversamento di Solar Orbiter è il primo ad essere conosciuto in anticipo.

Il fatto è stato notato da Geraint Jones del gruppo di ricerca spaziale UCL Mullard Space Science Laboratory, nel Regno Unito, che ha una storia ventennale di indagini su questi incontri. Jones ha scoperto il primo attraversamento casuale di cometa nel 2000, mentre investigava su uno strano disturbo nei dati registrati dalla sonda ESA/NASA Ulysses per lo studio del Sole, nel 1996. Questo studio ha rivelato che la sonda è passata attraverso la coda della Cometa Hyakutake, indicata anche come ‘La Grande Cometa del 1996’. Subito dopo l’annuncio, Ulysses incrociò la coda di un’altra cometa, e di una terza ancora nel 2007. All’inizio di questo mese, realizzando che Solar Orbiter si sarebbe trovato a 44 milioni di chilometri nella corrente della Cometa C/2019 Y4 (ATLAS) di lì a poche settimane, Jones ha immediatamente allertato l’ESA.

La cometa ATLAS è stata scoperta il 28 dicembre 2019 e si è distinta per la sua elevata luminosità. Sfortunatamente, all’inizio di aprile la cometa si è frammentata e, di conseguenza, anche la sua luminosità è diminuita in modo significativo. Un’altra frammentazione a metà maggio ha ulteriormente diminuito la cometa, rendendo meno probabile che sia rilevabile da Solar Orbiter. Comunque, secondo gli scienziati, vale la pena di tentare.

Solar Orbiter è dotato di una suite di 10 strumenti in situ e di telerilevamento per studiare il Sole e il flusso di particelle cariche che rilascia nello spazio: il vento solare. Fortunatamente, i quattro strumenti in situ sono anche perfetti per rilevare le code della cometa perché misurano le condizioni intorno al veicolo spaziale e quindi potrebbero restituire dati sui granelli di polvere e sulle particelle caricate elettricamente emesse dalla cometa. Queste emissioni creano le due code della cometa: la coda di polvere che viene lasciata indietro nell’orbita della cometa e la coda di ioni che punta direttamente dal Sole.

Il Solar Orbiter attraverserà la coda di ioni della cometa ATLAS il 31 maggio-1 giugno e la coda polverosa il 6 giugno. Se la coda di ioni è abbastanza densa, il magnetometro di Solar Orbiter (MAG) potrebbe rilevare la variazione del campo magnetico interplanetario a causa della sua interazione con gli ioni nella coda della cometa, mentre il Solar Wind Analyser (SWA) potrebbe catturare direttamente alcune delle particelle di coda.

Quando Solar Orbiter attraversa la coda polverosa, a seconda della sua densità – che è estremamente difficile da prevedere – è possibile che uno o più piccoli granelli di polvere possano colpire il veicolo spaziale a velocità di decine di chilometri al secondo. Sebbene non vi siano rischi significativi per il veicolo spaziale, i granelli di polvere stessi saranno vaporizzati all’impatto, formando minuscole nuvole di gas o plasma caricati elettricamente, che potrebbero essere rilevati dallo strumento Radio and Plasma Waves (RPW).