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L’Italia non sa più produrre autobus

Ne è passata di acqua sotto i ponti, dai tempi delle grandi commesse publiche marchiate Fiat. Adesso, come denuncia l’Anfia, la produzione nazionale è azzerata

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La produzione domestica di autobus in Italia è quasi azzerata: da una produzione media annua dal 2000 al 2008 di quasi 2.600 autobus (era di oltre 5.700 nel decennio precedente), si è passati a poco meno di 500 autobus nell’ultimo triennio 2017- 2019. E’ quanto rileva l’Anfia nel suo “Focus Italia 2019 – Relazione sull’industria autoveicolistica”.

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A determinare il crollo della produzione sono state la crisi economico-finanziaria post 2008 e la mancanza di una programmazione statale nel determinare qualità e quantità dei servizi del Trasporto Pubblico Locale al passo con l’aumento di domanda di mobilità e il bisogno di decongestionare il traffico cittadino, creando una valida alternativa al trasporto privato, al pari di molti Paesi europei. “Mancando la domanda di autobus adibiti al Tpl, la filiera industriale autobus ha subìto un contraccolpo fatale”, evidenzia l’associazione.

Di fatto, dopo gli anni d’oro in cui a Fiat venivano affidate le grandi commesse delle aziende municipali del trasporto, tale industria è andata sempre di più calando (anche per “colpa” della concorrenza straniera, sempre più agguerrita). Adesso infatti il nostro Paese vanta solamente Iveco come produttori di veicoli per il trasporto pubblico, sebbene tale società abbia il suo focus principale su camion e semirimorchi.