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Ron Dennis, dalla fondazione di McLaren Cars all’uscita milionaria

McLaren Group ha finito di pagare, in piena crisi, l'uscita di Ron Dennis dalla compagnia: un evento che risale al 2017, quando però il settore automotive era fiorente

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Era il 2 dicembre 1985 quando Ron Dennis fondò la Tag McLaren Research & Development Limited, con l’ambizione (futura) di produrre auto da strada che fossero in prima linea in termini di performance e innovazione. Con il forte contributo di Mansour Akram Ojjeh, partì con un’avventura che probabilmente avrebbe reso fiero il capostipite della leggenda della apparentata scuderia di F1, il neozelandese Bruce McLaren.

Nel 1989 Ron Dennis cambiò il nome della compagnia in McLaren Cars, perché era ormai nelle corde l’arrivo della prima auto da strada con il cognome di Bruce: la McLaren F1. Un’auto di Gordon Murray, presentata nel 1992 come una straordinaria macchina da record. In effetti, in termini di velocità e anche di adattamento oltre che di affidabilità (ha vinto a Le Mans) si tratta di una delle supercar più apprezzate e celebri degli anni ’90. La McLaren F1 con motore Bmw diede il là definitivo alla voglia di automotive che albergava in Ron Dennis, la cui sola presenza nel campionato mondiale non era sufficiente.

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Tuttavia, passarono molti anni e un’esperienza esterna di lungo corso con Mercedes e AMG prima che arrivasse l’erede della gloriosa McLaren F1. Esattamente 12 anni dopo l’ultimo modello prodotto, il testimone fu passato a McLaren Automotive, che sfornò in rapida successione le auto denominate 12C e P1. A quell’epoca Ron Dennis era saldamente al comando della compagnia, mentre Martin Whitmarsh godeva dei galloni di team principal in F1. Il 15 novembre 2016 cominciò l’uscita di Dennis da McLaren, dapprima dimettendosi dalla presidenza (messo sotto pressione dal consiglio d’amministrazione) pur mantenendo il 25% delle azioni, e poi vendendo le stesse il 30 giugno 2017.

Oggi, che McLaren è in crisi, le ramificazioni della presenza passata di Ron Dennis si sentono ancora. Stando a quanto pubblicato da Forbes gli è stata appena pagata l’ultima rata per l’acquisizione delle sue quote. L’ex boss ha incassato i 41,7 milioni di euro che rimanevano in sospeso, portando il valore del suo buyout a quota 303 milioni di euro. Cifre notevoli per una compagnia che nel maggio 2020 ha dovuto licenziare 1200 persone all’interno del suo organico per sopperire a una spirale negativa in parte dovuta al Covid-19. Dennis era già stato pagato 221 milioni di euro nel 2017. Secondo Forbes il pagamento a Dennis è avvenuto anche attraverso la vendita di alcuni dei suoi modelli storici, i quali – senza questa scelta – sarebbero finiti a Dennis al posto della somma. Una delle ultime iniziative personali di Dennis è stata la donazione di 1,1 milioni di euro al fine di dare pasti agli infermieri e ai dottori coinvolti nella lotta al coronavirus: non si prevede alcun ritorno in McLaren del suo celebre e storico manager.