la Repubblica
Animali, quella fuga verso il freddo
by VINCENZO FOTIUna folle corsa al riparo, un generale “si salvi chi può”. Ma a velocità diverse. Il riscaldamento globale fa paura anche agli animali. Infatti un gran numero di specie si sta affannando a cercare ambienti più temperati verso i quali migrare. Secondo gli ultimi risultati di uno studio franco-americano, pubblicati sulla rivista Nature Ecology & Evolution, si tratta però soprattutto di specie marine.
La ricerca – che ha coinvolto in primis gli scienziati di Cnrs, Ifremer, Università di Tolosa III Paul Sabatier e l'Università della Piccardia Jules Verne – dimostra che gli animali acquatici stanno aprendosi un vero e proprio varco verso la salvezza spostandosi in direzione dei poli. Ma che, nella loro fuga, sono sei volte più veloci rispetto alle specie terrestri. Analizzando la velocità di cambiamento nella gamma di distribuzione di oltre 12 mila specie tra animali e vegetali, secondo i cambiamenti isotermici di latitudine e altitudine, i ricercatori hanno dimostrato che, in determinate condizioni, le specie marine sono in grado di muoversi meglio verso i poli in cerca di fresco.
I dati sono stati raccolti grazie a BioShift, un geo-database globale. I pesci seguono da vicino le isoterme (variazioni dello stato di un sistema fisico durante le quali la temperatura rimane costante) in acque calde e relativamente indisturbate, come il bacino del Pacifico centrale, o in acque fredde soggette a elevate pressioni umane, come il Mare del Nord. Sulla terra invece, gli ostacoli naturali le numerose attività umane ostacolano la capacità delle specie di tracciare i cambiamenti di isoterma nel senso della latitudine. Per attività umane gli scienziati intendono la pesca, l'acquacoltura, l'agricoltura, la silvicoltura, ma anche la pianificazione urbana. Alcune specie si spostano perciò nella direzione opposta alle isoterme, riducendo la loro capacità di fronteggiare il riscaldamento globale. E così facendo si espongono maggiormente al pericolo. In sostanza, gli animali sfuggono meglio al grande caldo se devono muoversi lungo gli oceani, troppi ostacoli in terraferma. Sott'acqua si viaggia con maggiore rapidità.
I risultati della ricerca sollevano più di un interrogativo sulla capacità degli organismi terrestri di adattarsi al riscaldamento globale. Mentre gli studiosi proseguono nel loro lavoro, si potrebbe intanto concludere che le specie animali monitorano meglio il riscaldamento climatico negli oceani rispetto alla terra.