Diritti dei lavoratori, la pagella dei supermercati secondo Oxfam. Il secondo rapporto Al Giusto Prezzo

by
https://ilfattoalimentare.it/wp-content/uploads/2020/04/AdobeStock_294593624.jpeg

Nel 2018, Oxfam ha lanciato Al Giusto Prezzo, una campagna che ha l’obiettivo di evidenziare e affrontare le cause strutturali delle violazioni dei diritti umani e dei lavoratori nella filiere agro-alimentari. In campo ci sono pochi grandi attori, come i supermercati, legati al mondo della trasformazione e della distribuzione, con un forte potere negoziale che si riversa su piccoli produttori, operai agricoli e braccianti. In Italia, le condizioni lavorative, talvolta drammatiche, di migliaia di stagionali non hanno subito grandi miglioramenti e le attività di controllo dell’Ispettorato nazionale del lavoro nel corso del 2018 hanno scoperto 5.114 lavoratori irregolari su 7.160 ispezioni.

Con la campagna, Oxfam chiede alle istituzioni e alle cinque catene più influenti della grande distribuzione italiana – Coop, Conad, Esselunga, Gruppo Selex ed Eurospin – di adottare politiche e pratiche commerciali che tutelino i diritti umani. Controllando più del 75% di tutto il cibo e delle bevande consumate in Italia, i supermercati sono i primi acquirenti di prodotti agricoli e, quindi, attori chiave per poter accedere al mercato. Per queste ragioni hanno un peso importante nella negoziazione con i produttori e finiscono per influenzare il prezzo di acquisto, la qualità o i tempi di consegna dei prodotti.

https://ilfattoalimentare.it/wp-content/uploads/2019/09/supermercato-scaffali-prodotti-AdobeStock_206669622.jpeg
I supermercati hanno un grosso potere negoziale nei confronti dei produttori e possono influenzare, anche indirettamente, il rispetto dei diritti dei lavoratori

L’obiettivo delle catene di supermercati è acquistare prodotti alle migliori condizioni per mantenere prezzi bassi tutto l’anno. Per questo cercano di massimizzare la quantità e la qualità al minor costo possibile. Il loro potere negoziale può obbligare i fornitori, e in particolare i piccoli produttori, a ridurre il più possibile i costi di produzione. La conseguenza di questa politica è che agricoltori, pescatori e braccianti che hanno lavorato duramente per produrre quel cibo anche con forti privazioni o violazioni dei diritti, ricevono una quota sempre più bassa del prezzo pagato dal consumatore finale.

Ciò non significa che i supermercati siano direttamente responsabili degli abusi e delle violazioni dei diritti che si verificano nelle filiere, ma che le pratiche commerciali adottate possono contribuire a mantenere in vita una certa situazione. Secondo i Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani, i supermercati, come tutte le aziende, devono valutare le conseguenze (dirette o indirette) delle proprie attività e di quelle collegate alla filiera sui diritti dei lavoratori.

Il secondo rapporto Al Giusto Prezzo di Oxfam Italia propone la pagella aggiornata delle varie insegne, evidenziando alcuni importanti segnali di avanzamento sui quattro temi: trasparenza, diritti dei produttori di piccola scala, diritti dei lavoratori agricoli e diritti delle donne.  Nonostante i miglioramenti di alcune catene nelle politiche per i diritti umani, molto resta ancora da fare, soprattutto per quanto riguarda le lavoratrici. I punteggi, espressi in percentuali, sono attribuiti sulla base delle informazioni pubbliche disponibili e sulla valutazione delle misure adottate per garantire il rispetto dei diritti umani e del lavoro.

https://ilfattoalimentare.it/wp-content/uploads/2020/05/classifica-oxfam-supermercati-al-giusto-prezzo-2020.jpg
La pagella delle cinque maggiori catene di supermercati italiani sulla base del rispetto dei diritti umani e dei lavoratori nelle filiere di approvvigionamento alimentare

Come nella prima edizione, a guidare la classifica generale è Coop, con un punteggio totale del 40% e un miglioramento del +13% rispetto alla precedente valutazione. La catena di cooperative, inoltre, resta la migliore in assoluto anche in ciascuna categoria, ottenendo i punteggi migliori per trasparenza (46%), diritti dei lavoratori (54%) e dei piccoli lavoratori (42%). Coop è risultata la migliore anche per il tema diritti delle donne, seppur con un misero 14%.

Rispetto alla prima edizione, Esselunga si porta in seconda posizione con un punteggio totale del 38% (+18%), scavalcando Conad che si ferma in terza al 25% (+14%). I miglioramenti più grandi riguardano  Selex, con un +23%, grazie alla pubblicazione delle politiche sui diritti umani nelle filiere e la creazione di un progetto di produzione agricola etica. Nonostante gli impegni Selex resta in quarta posizione con un punteggio globale del 23%: nella precedente valutazione era in fondo alla classifica con zero punti.

In ultima posizione resta Eurospin, che passa dallo 0% del rapporto precedente a un misero 2%, grazie ad alcuni miglioramenti sui diritti dei lavoratori e dei piccoli produttori. La catena di discount continua quindi a distinguersi per il ritardo sulle politiche di protezione dei lavoratori delle filiere e per l’adozione di pratiche commerciali molto discutibili come le aste al doppio ribasso per le forniture di generi di largo consumo per prodotti come la passata di pomodoro e i formaggi.

Per scaricare il rapporto completo di Oxfam Italia, con l’analisi di tutti i temi, clicca qui.

© Riproduzione riservata