Il bando per gli assistenti civici
PRONTI, PARTENZA, STOP! - IL BANDO PER GLI ASSISTENTI CIVICI È BLOCCATO DALLE PRESSIONI DI TERZO SETTORE E VOLONTARIATO - NONOSTANTE I SINDACI E I GOVERNATORI SPINGANO PER QUESTA SOLUZIONE: SI TRATTA DI FAR LAVORARE 16 ORE A SETTIMANA PERSONALE VOLONTARIO NEL COMUNE DI RESIDENZA. FUORI DAI PARCHI E NELLE PIAZZE, MA ANCHE NELLE CASE DEGLI ANZIANI SOLI - IL MONDO DEL VOLONTARIATO VUOLE ESSERE COINVOLTO: IN BALLO CI SONO PROGETTI DA FINANZIARE…
Simone Canettieri per “il Messaggero”
Un bando bloccato, le pressioni del Terzo settore, quello del volontariato, e un governo diviso. Dietro la storia dei 60mila Assistenti civici che dovrebbero aiutare i sindaci italiani, dal 15 giugno al 30 agosto, a gestire l'estate italiana ai tempi del coronavirus, ci sono polemiche pubbliche e scontri interni all'esecutivo, al punto che la pratica al momento è congelata. O meglio: è sulla scrivania dell'ufficio legislativo della ministra del Lavoro Nunzia Catalfo (M5S).
Il caos è scoppiato quando dopo l'annuncio del ministro Francesco Boccia, in accordo con l'Anci, il Viminale è uscito con una nota molto netta: «Si tratta di una decisione assunta senza preventiva consultazione del ministero dell'Interno». Da qui è nato il dibattito su presunti compiti di polizia che avrebbero dovuto ricoprire queste figure: elevare multe, fare la spia nei confronti di chi non indossa la mascherina, misurare con il metro il distanziamento fisico nei ristoranti. Niente di tutto questo. Basta leggere le carte e l'iter di questa vicenda per fare chiarezza.
Il 29 aprile si svolge una videoconferenza con i presidenti di regione, il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, il commissario straordinario Domenico Arcuri nella quale si affronta questo argomento. Tra i partecipanti, così come riportano le agenzie di stampa e il verbale redatto alla fine, anche il vicecapo di gabinetto del ministero dell'Interno, Paolo Formicola.
Durante la conferenza si parla degli Assistenti civici e di cosa dovranno fare: dare «una mano alle attività sociali». A partire dagli anziani e dai nuclei familiari in difficoltà: saranno a disposizione dei Comuni. Si fa riferimento a due bandi, su base volontaria. «Il primo rivolto ai diplomandi; il secondo per coloro che al momento non hanno un'occupazione, quest'ultimi saranno messi a disposizione delle Protezioni civili locali e a loro sarà riconosciuto un piccolo rimborso», dice Boccia. In questa riunione tutti i governatori, da Stefano Bonaccini a Luca Zaia, passando per Nicola Zingaretti non battono ciglio. Agli atti non risulta che queste nuove figure possano in qualche modo ricoprire compiti di polizia: né multe né ronde.
I PRECEDENTI
Eppure, il modello dei bandi per reclutare i volontari durante la fase 1 ha riscosso successo nel Paese. Nel momento di massima emergenza sanitaria in Italia, Boccia e Borrelli capiscono che servono medici da mandare in trincea al Nord.
Parte la richiesta ai dipartimenti delle singole regioni e le burocrazie dicono che volendo ci sarebbero quaranta camici bianchi disponibili. Si decide così di far partire il bando: 300 posti a disposizione, rispondono 8mila medici. L'esperimento funziona e si replica per gli infermieri: ne servono 500, compiono un passo in avanti in 9.500 (sono i giorni della foto simbolo dell'infermiera che si addormenta stremata a Cremona). Nel frattempo scoppia l'emergenza nelle carceri e nelle Rsa: 1.500 operatori socio-sanitari subito reclutati. Sarà grazie a loro, per esempio, che a Parma il magistrato di sorveglianza non concederà gli arresti domiciliari al boss Raffaele Cutolo.
Fin qui, appunto, tutto bene. Poi il meccanismo si inceppa con gli Assistenti civici, nonostante i sindaci e i governatori spingano per questa soluzione: si tratta di far lavorare 16 ore a settimana personale volontario nel comune di residenza. Fuori dai parchi e nelle piazze, ma anche nelle case degli anziani soli. Il mondo del volontariato si ribella.
Per esempio, il diffuso mensile Vita, che fa capo all'omonima onlus che si occupa di volontariato da decenni, chiede in un editoriale che «lo Stato crei le condizioni e disponga le risorse» affinché «le grandi reti associative e i centri di servizio del volontariato» siano coinvolti. In ballo: progetti da finanziare. Intanto, il bando diventa un caso politico che divide il governo con un walzer di accuse, smentito però dagli atti ufficiali. La decisione sugli Assistenti civici è ancora congelata. Le pressioni no.