Usa, la rabbia dei neri va oltre Minneapolis. Trump: pronti a sparare

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ROMA – Un commissariato assediato, conquistato e dato alle fiamme.

La guerriglia a Minneapolis, la guerriglia scoppiata dopo la morte di George Floyd, è ormai fuori controllo.

Tanto che ora Trump minaccia:

“Non posso stare indietro a guardare quello che accade. Una totale mancanza di leadership del sindaco”.

O il debole sindaco risolverà, scrive Trump su Twitter, o “invierò la guardia nazionale”.

“Questi delinquenti disonorano la memoria di George Floyd e non permetterò che questo accada – continua ancora il presidente – Ho appena parlato con il governatore Tim Walz e gli ho detto che i militari sono con lui”.

“Quando iniziano i saccheggi – conclude – si inizia anche a sparare”.

Il tweet, il tweet di Trump, tra l’altro, è stato anche segnalato da Twitter per la “violazione degli standard”.

Le parole del sindaco di Minneapolis.

Il sindaco di Minneapolis, Jacob Frey, ha risposto duramente al tweet del presidente Donald Trump:

“Debolezza è rifiutare di assumersi la responsabilità delle proprie azioni.

Debolezza è puntare il dito contro qualcun altro in un momento di crisi.

Donald Trump non sa nulla della forza di Minneapolis, supereremo questo momento difficile”.

Frey ha anche condannato i saccheggi e gli atti vandalici avvenuti nelle tre notti di proteste in città. “Le nostre comunità non possono e non li tollereranno”.

Intanto dall’epicentro, da Minneapolis, le proteste stanno dilagando anche in altre città.

Molta gente, infatti, nelle ultime ore è scesa in piazza anche a Memphis, Los Angeles, Denver e New York.

Qui, a New York, almeno 30 persone sono state arrestate.

Momenti di tensione attorno a City Hall, la sede del municipio, dove c’è stato un lancio di bottiglie e di altri oggetti verso gli agenti. Un manifestante è stato arrestato per possesso di armi, altri per aver gettato in strada i secchi dell’immondizia e aver bloccato la circolazione.

Proteste anche in Colorado dove i manifestanti hanno bloccato alcune strade. Cortei e sit in anche a Chicago e San Francisco. (Fonti: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev, Ansa).