Trojan, mani pulite e un encefalogramma quasi piatto

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Pier Marco Tacca via Getty Images

Si può far finta di niente, ma quello che sta accadendo in seguito all’uso del trojan per il caso Palamara sta mettendo a nudo un autentico sistema politico, mediatico e giudiziario che ha preso il potere in Italia dopo il ’92-’94.

Ricostruiamo le cose in modo un po’ rozzo e brutale. Dopo il 1989 i grandi gruppi privati hanno deciso di togliere la totale delega politica e anche i finanziamenti che avevano destinato alla DC, al PSI e ai partiti laici per fronteggiare il più forte Partito Comunista dell’Occidente, anzi tutto ciò si è tradotto nel suo opposto.

Già il PCI negli anni del terrorismo aveva stretto con una parte della magistratura un patto di ferro e per parte sua Pecchioli aveva offerto agli apparati di polizia e ai servizi il contributo conoscitivo dell’infiltrato nelle BR che il PCI a suo tempo aveva inserito nel gruppo terrorista.

Per di più nel ’91-’92 i ragazzi di Berlinguer, pur di non dichiararsi formalmente socialdemocratici avevano scelto alcune scorciatoie, da un lato dando via libera ai cosiddetti poteri forti per ciò che riguardava le privatizzazioni, dall’altro lato dando alla magistratura la possibilità di fare a pezzi il sistema politico che aveva governato il paese per circa 50 anni, con la distruzione del PSI, del centro-destra della DC, dei partiti laici.

Certo, siccome la storia è sempre imprevedibile, nel ’94 c’è stato l’incidente di percorso costituito da Berlusconi. Diversamente dagli altri imprenditori legati a Craxi (per tutti Salvatore Ligresti), negli anni ’92-’94 Berlusconi non fu neanche sfiorato dai cavalieri senza macchia e senza paura del pool di Mani Pulite perché aveva messo a loro disposizione le sue televisioni. Quando se le riprese per fondare Forza Italia e coprire il vuoto politico che l’azione del pool aveva provocato ecco che il circo giudiziario si rivolse contro di lui.

Berlusconi, però, da un lato non era usurato per tanti anni di potere come la DC e il PSI e dall’altro aveva un pezzo del circo mediatico-giornalistico e così ha potuto giocare la partita non a mani nude come si trovarono a dover fare Craxi, Forlani, Giorgio La Malfa, Renato Altissimo.

Di conseguenza, per ben vent’anni il Cavaliere è riuscito come minimo a impattare la partita, ma poi anche con una serie inenarrabile di forzature giuridiche e procedurali il “circo” è riuscito ad espellerlo dal Senato. Quindi dal ’94 un bel pezzo del potere reale è stato in mano ai Pm e a una rete di giornalisti al loro seguito. Con una battuta bellissima un personaggio che conosce tutto dell’argomento, Luciano Violante, in un’intervista al Riformista ha affermato che bisogna “separare le carriere dei Pm e dei giornalisti”.

Si è trattato di un sistema fortissimo perché fondato non solo sulla forza di annientamento che ha un avviso di garanzia sparato con i titoli dei giornali e gli annunci dei Tg, ma per la perfidia aggiuntiva costituita dalla contemporanea pubblicazione di intercettazioni con particolari piccanti riguardanti la vita privata del soggetto messo nel mirino.

Si tratta delle “sentenze anticipate” teorizzate da Borrelli e praticate da Di Pietro e dagli altri esponenti del pool di Mani Pulite. Poi come spesso avviene una volta conquistato il potere una parte di esso è degradato in cucina, clientele, bassa macelleria e pettegolezzi. Non sarebbe successo nulla lo stesso se l’ingresso in campo del trojan non avesse messo in piazza tutto, fra cui anche molte cose di bassissimo livello.

Paradossalmente l’attacco a Salvini ha nobilitato il tutto. Ma con uno sforzo di fantasia pensiamo cosa sarebbe avvenuto se a suo tempo il trojan fosse stato in azione nei colloqui fra Di Pietro, Lucibello e Pacini Battaglia o fra Gardini, D’Alema e Occhetto o fra qualcuno del pool e qualcuno dei direttori di Repubblica, il Corriere della Sera, la Stampa e l’Unità che poi si consultavano forse prendendo il tè alle ore 19.00 di ogni sera.

Ecco, sono state messe in piazza una parte minima delle miserie del circolo politico-mediatico-giudiziario che ha controllato due terzi del potere in Italia dal 1994 a oggi (l’altro terzo lo ha gestito fino al 2013 Berlusconi).

Al di là però del grottesco la questione davvero preoccupante è che tutto ciò avviene in un contesto nel quale l’encefalogramma è quasi piatto.