Bimbo precipitato a scuola, il pm accusa: “Insegnanti e bidella hanno causato la morte”
by FabioSi sono concluse le indagini sul cado del bimbo precipitato a scuola: per il pm la causa della morte è da attribuire alle due insegnanti e alla bidella.
Lo scorso 18 ottobre il piccolo Leonardo è precipitato dalla tromba delle scale della scuola Pirelli di Milano dopo aver perso l’equilibrio mentre si trovava sopra una sedia girevole con rotelle. Il bimbo è precipitato per 13 metri circa e nella caduta ha riportato gravi lesioni alla testa che nelle ore successive gli sono risultate fatali. Sin da quando l’accaduto è emerso, la polizia ha cercato di ricostruire l’accaduto per capire come fosse stato possibile che l’alunno si trovasse da solo in corridoio durante l’ora di lezione.
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Dalle indagini è emerso che le due insegnanti presenti in classe, quella d’Italiano e quella di sostegno, gli hanno dato il permesso di andare in bagno e che in quel momento la bidella che doveva controllare il piano era assente. In teoria proprio la donna del personale ata avrebbe dovuto accompagnare il bimbo al bagno e successivamente in classe. In sua assenza una delle due insegnanti doveva fare le sue veci e vigilare sull’incolumità del bambino. Proprio per questo in dicembre la procura di Milano ha aperto un’indagine a carico delle due insegnanti e della bidella.
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Bimbo precipitato a Milano, il pm accusa le insegnanti e la bidella
Si sono concluse nelle scorse ore le indagini sul caso ed il pm ha accusato per la morte del bimbo precipitato sia le insegnanti che la bidella. Sulle prime due il magistrato ha scritto che hanno: “omesso la dovuta vigilanza sul bambino”, nell’avergli consentito di “recarsi ai servizi igienici fuori dall’orario programmato”, in violazione del regolamento dell’Istituto e della direttiva della scuola in materia di vigilanza degli alunni.
Per quanto riguarda la bidella, l’accusa è di “non avere prestato servizio nella zona di competenza secondo la mansione assegnatale e non avere vigilato sulla sicurezza ed incolumità dell’alunno (…) in particolare nello spostamento per recarsi ai servizi, per avere utilizzato il telefono cellulare per scopi personali durante il tempo in cui avrebbe dovuto effettuare la sorveglianza al piano”. Questa inoltre viene accusata di aver “lasciato incustodita una sedia girevole tipo ufficio in prossimità delle scale, determinando il pericolo che poi si è concretizzato, anziché riporla all’interno del gabbiotto”.