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Cabrini e la tragedia dell'Heysel: ''La Coppa? La vittoria fu regolare..."

L'ex terzino bianconero in esclusiva a IlGiornale.it: ''La finale col Liverpool resta una macchia nera indelebile ma fu giocata come una partita vera''

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Quindici anni su e giù per la fascia sinistra sui campi di Serie A, Antonio Cabrini non è soltanto uno dei calciatori italiani più vincenti di sempre ma rimane senza alcun dubbio un interprete unico del ruolo di terzino sinistro.

Dall'eleganza innata e dallo stile inconfondibile in campo e fuori, qualità che lo hanno reso uno dei sex symbol più amati dall'universo femminile, il Bell'Antonio è riuscito come pochi altri nella storia del calcio ad anticipare i tempi, interpretando quel ruolo in chiave moderna rispetto alla sua epoca. Pedina insostituibile nella Juventus di Giovanni Trapattoni e nella Nazionale di Enzo Bearzot, trionfatrice a Spagna '82, resta a distanza di anni un modello da seguire per gli esterni difensivi del calcio d'oggi. In occasione dei 35 anni della tragedia dell'Heysel, l'ex terzino bianconero ha parlato di quella notte e di tanto altro sulle pagine de IlGiornale.it.

Sono passati 35 anni dalla tragica notte dell'Heysel, qual è il suo ricordo dopo tanti anni?

''Sempre il solito ricordo, non importa il giorno di quella tragedia. E' un ricordo negativo del mondo che ho vissuto per tanti anni, una macchia nera indelebile che rimarrà per sempre scritta nel mondo del calcio e mi auguro venga ricordata come esempio negativo''.

All'epoca ci furono molte polemiche per la partita con il Liverpool, quale significato assume quella coppa rispetto agli altri titoli vinti in carriera?

''La partita è stata vinta correttamente. Fu una partita regolare, giocata come una partita vera. Quanto accaduto fu una cosa a se stante, l'unica rimasta in quel quadro pessimo della serata''.

Capitolo Juventus, i bianconeri sono pronti per vincere la Champions?

''E' una domanda a cui è difficile rispondere. La Juve si attrezza ogni anno per arrivare in fondo alla Champions League. Ci è arrivata ma non è ancora riuscita a portarla a casa. E' normale sia un pensiero ricorrente nella testa della società e della squadra stessa''.

Il primo anno di Sarri è stato contraddistinto da alti e bassi. La convince il tecnico toscano e proseguirebbe su questa strada?

''Alla Juve le somme si tirano sempre a fine stagione. E' prematuro dire adesso 'ha fatto bene o ha fatto male' oppure 'cosa non ha funzionato o cosa non è andato bene'. La società tirerà le conclusioni a fine stagione''.

La sua Juve fondava tutto sull'equilibrio tra i reparti e sul gruppo degli italiani, cosa aveva quella squadra che alla Juve di oggi manca?

''Impossibile fare paragoni, il mio era un calcio totalmente diverso. Sono passati tantissimi anni e non si possono fare paragoni con la Juve attuale. Confrontare le due squadre farebbe perdere la sua logicità al calcio''.

Lei è stato un interprete moderno del suo ruolo. Esiste attualmente un altro Cabrini o un altro giocatore in cui si rivede?

''Stesso discorso di prima, impossibile poterlo dire. Il gioco del calcio è cambiato in maniera totale e quindi non si possono fare paragoni con il calcio di trent'anni fa''.

Giorni fa Giorgio Chiellini ha detto: ''Odio sportivamente l'Inter''. Il suo ex compagno di squadra Marco Tardelli ha ribattuto: ''Da capitani come Zoff e Scirea ho imparato il rispetto dell'avversario anche nella lotta più dura''. Lei da ex capitano bianconero da che parte sta?

''Sono polemiche che non fanno parte del mio modo di essere e quindi non mi interessano. Probabilmente sarebbe molto più semplice dirsi le cose in faccia, a quattrocchi e cercare di spiegarsi''.

Il calcio italiano dopo il lungo stop per il Coronavirus ripartirà a metà giugno. Quale idea si è fatto a proposito?

''Il calcio doveva ripartire assolutamente per terminare la stagione, per concludere le competizioni internazionali e per dare sostegno ad eventi sociali importanti come le partite per i tifosi. Bisognava far ripartire un'azienda che a livello economico sostiene l'80% di tutti gli altri sport''.

Il presidente Andrea Agnelli aveva già fatto sapere che non avrebbe accettato lo scudetto a tavolino. E' la decisione giusta?

''Condivido la sua scelta, perchè dovrebbe accettare uno scudetto vinto in questa maniera? Non fa parte del Dna della Juventus''.

In chiusura, un pronostico sul prosieguo della stagione. Chi vince il campionato? Chi vince la Champions League?

''La Champions è un terno a lotto, perchè una volta arrivati in finale, ti giochi tutta la stagione in novanta minuti. Il campionato invece potrebbe aprirsi a nuovi scenari dopo il Coronavirus, quindi diventa difficile fare delle previsioni''.

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