Bancomat rubato: sì al rimborso anche dei prelievi precedenti la denuncia

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I furti di loro  sono una delle esperienze più brutte possano mai capitare all’essere umano. Ci si sente violati, “violentati”, nella propria privacy, nei propri spazi personali. Il furto del Bancomat rientra di diritto tra queste casistiche che lasciano il segno. Uno nero, nell’animo umano, e uno rosso, sul conto corrente. Perché lo svuotano di quei nostri soldi frutto di lavoro e rinunce precedenti. Vediamo cosa dice la Cassazione in merito al Bancomat rubato: sì al rimborso anche dei prelievi precedenti la denuncia.

L’antefatto

Due coniugi laziali avevano un conto corrente (cointestato) in comune, con relativa carta per prelievo Bancomat. Nel settembre 2013 si accorgono che nei 2 giorni precedenti il conto era passato dai €23.000 di attivo allo €0,00: Bancomat rubato. Subito la denuncia e il blocco della carta ma l’istituto si rifiuta il rimborso delle somme rubate. Sostiene infatti che “la tessera bancomat costituiva da sola documento valido per il prelievo, senza bisogno di ulteriori documenti di identità”.

Bancomat rubato: sì al rimborso anche dei prelievi precedenti la denuncia

In 1° e 2° grado di giudizio i due coniugi perdono anche le relative cause. Le motivazioni: mancata prova della diligenza usata per impedire il furto o la clonazione della carta e presentazione tardiva della denuncia. L’onere della diligenza non risultava assolta secondo tribunale e Corte di merito. Per loro, infatti, la banca risponde solo per i prelievi indebiti fatti dopo il blocco. Quindi, concludevano, “non v’era responsabilità della banca anteriore al blocco della carta”.

La Corte di Cassazione

Tutto l’impianto non viene però condiviso dalla Suprema corte, che annulla e rinvia per un nuovo giudizio. La sentenza della Corte di Cassazione (Civile Ord. Sez. 3 Num. 9721 Anno 2020)  ha invece accolto il ricorso dei due coniugi. Che in estrema sintesi ha disposto che il cliente risponde solo per €150, salvo in caso di dolo o imprudenza grave. Banca dunque che risponde dei prelievi abusivi fati da terzi con il proprio Bancomat, anche prima del blocco. Quanto all’onere della prova (ossia che il prelievo non è opera di terzi), questa ricade sulla banca. Si legge espressamente: “La banca deve pertanto fornire la prova della riconducibilità dell’operazione al cliente”. Quindi risulta avvalorata la tesi per cui Bancomat rubato: sì al rimborso anche dei prelievi precedenti la denuncia.

Ancora sulla sentenza

Per la Cassazione nelle operazioni fatte con l’impiego di strumenti elettronici il rischio del prelievo indebito rientra nell’attività professionale del prestatore. Questo perché prevedibile (è il c.d. rischio del mestiere) ed evitabile mediante l’adozione di appropriate misure. “In sostanza, da un lato, grava sulla banca l’onere di diligenza di impedire prelievi abusivi. Per altro verso grava sempre sulla banca l’onere di dimostrare che il prelievo non è opera di terzi, ma è riconducibile alla volontà del cliente. Infine, quest’ultimo subisce le conseguenze della perdita se, per colpa grave, ha dato adito o ha aggravato il prelievo illegittimo”. Una conclusione comprensibile, allineata allo stesso interesse delle Poste e degli istituti di credito volto a ottenere la fiducia degli utenti circa la sicurezza del sistema.