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Spostamenti tra regioni, D’Amato: “Non cederemo a pressioni politiche, valuteremo contromisure”

La Regione Lazio non accetterà nessuna pressione sulla riapertura tra regioni alla scadenza del 3 giugno. Lo ha dichiarato l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato in un’intervista a Il Mattino, spiegando che “le cose devono essere lineari, altrimenti, sempre nel rispetto delle norme, anche noi del Lazio dovremo dare una risposta”.

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Il 3 giugno si avvicina e con esso il via libera allo spostamento tra regioni. Se già la Fase 2 ha dato il via a un ‘tana libera tutti', quest'ulteriore allentamento farebbe aumentare di molto gli spostamenti da una zona all'altra. Le persone potranno tornare a viaggiare, forse anche spostandosi tra regioni con un differente tasso di contagio. Il rischio? Che i casi di coronavirus nel Lazio tornino a salire. Finora la situazione è stata tenuta sotto controllo, ma non è detto che non possa sfuggire di mano nel caso di spostamenti incontrollati e senza autocertificazione.

A essere preoccupato è anche l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato. Intervistato da Il Mattino, ha dichiarato che la Regione Lazio non "accetterà forzature" e che è disposta a prendere delle contromisure in caso di pressioni sul Comitato tecnico scientifico. "Io lo dico con grande chiarezza: ci siamo dati un metodo, si deve decidere sulla base di una serie di indicatori, sui numeri. Se le decisioni saranno prese su riscontri scientifici, non avremo nulla da eccepire. Se invece si cederà a delle pressioni di tipo politico, prenderemo delle contromisure. Pressioni sul Comitato tecnico scientifico ci sono e questo rischia di creare irritazione".

Il rischio, secondo quanto spiegato da D'Amato, è il gran numero di persone che dal Nord Italia potrebbero iniziare a spostarsi verso Roma. Proprio la capitale è stata la grande attenzionata durante questa epidemia: sin dall'inizio dell'emergenza sanitaria tutti erano convinti che i contagi sarebbero schizzati alle stelle. E contenere una pandemia in una metropoli enorme come Roma sarebbe stato un banco di prova per il sistema sanitario non facile da superare. La situazione sarebbe potuta sfuggire facilmente di mano: così non è accaduto, i casi sono stati contenuti e controllati.

Se le condizioni di riapertura non dovessero garantire il mantenimento di bassi livelli di contagio, le autorità del Lazio sono pronte a prendere provvedimenti. L'attenzione è soprattutto sulla Lombardia, la regione più colpita dal coronavirus che ieri ha registrato 382 casi. "Se si apre, la maggioranza dei lombardi non andrà in Sardegna, molti si sposteranno a Roma, anche per ragioni lavorative – continua D'Amato – In poco più di 3 ore il treno ti porta da Milano alla Capitale. Io non vorrei prendere nessuna iniziativa di protezione della nostra regione, ma se ci sono forzature qualcosa deve essere fatto. Le cose devono essere lineari, altrimenti, sempre nel rispetto delle norme, anche noi del Lazio dovremo dare una risposta. Il Lazio continua ad avere un Rt buono e circolazione del virus bassa. Tutti gli indicatori sono soddisfacenti".