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in foto: immagine di repertorio

Piantagione di marijuana scoperta sui Monti Lattari, la Giamaica della Campania

I carabinieri hanno scoperto una piantagione di marijuana sui Monti Lattari. Nel campo c’erano oltre 500 piantine di cannabis indica, alte tra 70 e 110 centimetri; dopo la campionatura sono state distrutte sul posto. L’area è conosciuta come la Giamaica della Campania, centro di produzione di marijuana che viene rivenduta ai clan di camorra.

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Un campo di marijuana è stato individuato dalle forze dell'ordine sui Monti Lattari, nella "Giamaica della Campania": si trovava in località Capo Mazzo, in un terreno demaniale. I carabinieri della Compagnia di Castellammare di Stabia e del Nucleo Elicotteristi di Pontecagnano Faiano l'hanno scoperta durante i controlli a largo raggio disposti dal Comando Provinciale di Napoli. Il campo coltivalo si trovava in una zona distante dalla strada, non facilmente individuabile percorrendo le normali vie di scorrimento della zona; l'hanno notato i militari in elicottero durante un sorvolo.

Le piante di cannabis indica, 525, avevano un'altezza tra i 70 e 110 centimetri. Sono state effettuate le operazioni di campionatura e le piante sono state distrutte sul posto. Indagini sono ancora in corso per individuare i coltivatori. Sui Monti Lattari negli anni ci sono state numerose operazioni di questo genere, con la scoperta di piantagioni e la distruzione di decine di migliaia di piantine di cannabis; tanto che l'area, uno dei più importanti centri di produzione della marijuana, è stata soprannominata la Giamaica della Campania.

Nel settembre scorso a Casola di Napoli fu ucciso Antonino Di Lorenzo, 53 anni, considerato uno dei più importanti broker della droga dei Monti Lattari; lo aspettarono nei pressi di casa sua, a Casola di Napoli, e gli spararono con un fucile calibro 12 colpendolo a una spalla e al volto. Dietro quell'omicidio, ritengono gli inquirenti, potrebbe esserci proprio il controllo del traffico della droga tra Gragnano, Casola di Napoli, Lettere e Pimonte, che viene gestito da famiglie di narcos locali che poi rivendono la marijuana alla camorra.