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C’è valore nei BTp in dollari? Ecco le scadenze realmente più generose

I rendimenti dei titoli di stato italiani in dollari USA risultano nettamente superiori a quelli in euro, ma non fatevi fuorviare dal livello nominale. Ecco perché il valore reale di questi bond risulta decisamente più basso.

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L’Italia offre i rendimenti più alti dell’Eurozona, anzi dei mercati avanzati, assieme alla Grecia. Il BTp a 10 anni supera ancora l’1,50%, a fronte del -0,42% del Bund di ieri. Se passiamo alle emissioni in dollari USA del Tesoro, poi, scopriamo che i rendimenti offerti siano ben più elevati lungo la curva delle scadenze. Il bond settembre 2023 e cedola 6,875% (ISIN: US465410AH18) ieri offriva poco meno del 2%, quotando in area 115,50. Intorno alla pari viaggiava il bond con scadenza ottobre 2024 e cedola 2,3750% (ISIN: US465410BX58), offrendo così il 2,38%. E il titolo ottobre 2029 e cedola 2,875% (ISIN: US465410BY32) superava il 3%, attestandosi al 3,08%. Al 3,34% troviamo il bond giugno 2033 e cedola 5,375% (ISIN: US465410BG26) e, infine, al 4,13% quello con scadenza ottobre 2049 e cedola 4% (ISIN: US465410BZ07).

Nuovo BTp in dollari, serve costruire la curva

Come mai i BTp in dollari rendono di più di quelli in euro, fatto salvo che il rischio default debba essere uguale, trattandosi dello stesso emittente (l’Italia)? Il punto è che sono debito esposto al rischio di cambio, in quanto denominato in una valuta attesa in indebolimento per i prossimi anni contro l’euro. Di quanto? Per cercare di capirlo, solitamente i mercati guardano agli spread Treasury-Bund lungo le scadenze. Entrambi sono titoli “risk free”, porti sicuri per gli investimenti, per cui i rispettivi rendimenti risultano tra loro confrontabili. I BTp, invece, hanno un rating assai inferiore a quello dei titoli americani, per cui non sono titoli qualitativamente confrontabili con questi ultimi.

Premio di almeno mezzo punto all’anno

Lo spread a 3-4 anni tra USA e Germania si aggira sugli 85 punti base, cioè il mercato si attenderebbe che il dollaro perda contro l’euro circa lo 0,85% all’anno per i prossimi 3-4 anni.

Esso sale a 110 bp sulla scadenza a 10 anni, culminando all’1,44% per quella a 30 anni. In sintesi, sarebbe come affermare che i rendimenti effettivi dei BTp in dollari, una volta tenuto conto del rischio di cambio, fossero rispettivamente di circa l’1,10% per la scadenza 2023, dell’1,55% per il 2024, di quasi il 2% per il 2029, del 2,25% per il 2033 e del 2,70% per il 2049. Una precisazione: nel lungo periodo, l’attendibilità degli spread nel segnalare i tassi di cambio attesa scema sempre più. Nessuno è in grado realmente di capire quale sarebbe il cambio euro-dollaro tra 15-20 o 30 anni, mentre è presumibile che il mercato riesca ad avvicinarsi per un arco temporale medio e medio-lungo.

Adesso, confrontando i presunti rendimenti effettivi dei BTp in dollari con quelli in euro, scopriamo che mediamente i primi lungo la curva tendano ad offrire circa mezzo punto percentuale in più all’anno, con punte di quasi lo 0,70% per le scadenze 2024 e 2029. Che cosa significa? Il mercato non solo sta prezzando il rischio di cambio per i BTp in dollari, ma pretende un premio extra per acquistarli, evidentemente risentendo delle incertezze legate alla sostenibilità del debito sovrano italiano. Del resto, questi titoli sono rivolti essenzialmente alla finanza americana, restia a mollare i Treasuries per i BTp, a parità di rendimento effettivo, alla quale serve, quindi, un rendimento extra per dirottare i suoi capitali sul Tesoro italiano. Per gli italiani che volessero investirvi, un guadagno ulteriore senza assumersi maggiori rischi. Anzi, a dirla tutta, nello sciagurato caso di uscita dall’euro, i BTp in dollari non verrebbero teoricamente tramutati in lire, a differenza di quelli emessi nella moneta unica.

BTp 2049 in euro o dollari?

giuseppe.timpone@investireoggi.it