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(fonte Lapresse)

Coronavirus, censura e isolamento per chi non si allinea al pensiero unico

Lampi del pensiero di Diego Fusaro/ Siamo al cospetto di un nuovo metodo di governo, vuoi anche di una riplasmazione verticistica dei rapporti di forza

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Una delle preoccupanti caratteristiche che, da subito, hanno contraddistinto la crisi emergenziale legata al Covid-19 riguarda la marginalizzazione, quando non il silenziamento, delle voci non allineate con il nuovo ordine mentale terapeuticamente corretto. È in questa cornice che si spiega, peraltro, il largamente diffuso impiego – del tutto destoricizzato e niente affatto neutro – della categoria di “negazionismo”.

La categoria, com’è evidente, appare, nel suo uso in riferimento alla pandemia del Covid-19, grossolanamente destoricizzata rispetto al suo impiego canonico: a tal punto che, in modo lampante, il suo intento non va al di là della demonizzazione dell’interlocutore, neppure troppo obliquamente accostato a quanti – i “negazionisti”, appunto – si macchiano della colpa teorica della negazione dell’olocausto.

A ciò si aggiunga che suddetta categoria finisce per accostare indebitamente, ponendoli sotto la medesima etichetta di “negazionisti”, sia quanti – in modo del tutto infondato – negano realmente l’esistenza del Covid-19, sia quanti – in maniera argomentata e più difficilmente confutabile – sostengono che siamo al cospetto di un nuovo metodo di governo (autoritario e terapeutico); metodo di governo che si basa sulla reale esistenza della pandemia, volgendola, per così dire, a proprio vantaggio o, più precisamente, a vantaggio della classe dominante, che sta utilizzando l’emergenza per riplasmare ad usum sui i rapporti di forza in senso al modo capitalistico della produzione.

In sostanza, mediante una forma di reductio ad absurdum, chi – come ad esempio Agamben – sostiene che siamo al cospetto di un nuovo metodo di governo, vuoi anche di una riplasmazione verticistica dei rapporti di forza, si trova accostato – e, dunque, silenziato in quanto guilty by association – ai “negazionisti” del Coronavirus, i nuovi “terrapiattisti” della medicina. Il poc’anzi evocato sistema della demonizzazione di ogni quadro ermeneutico non allienato vale non solo, sia chiaro, per la popolosa schiera dei “perplessi” della rete, liquidati come “complottisti”, quando non addirittura sottoposti – come già si è visto – a TSO, secondo l’ormai in auge patologizzazione del dissenso.

Dico “in auge”, perché mentre sto scrivendo queste righe giunge la notizia di un nuovo caso – questa volta un prete, nel bresciano – il cui dissentire gli è costato il TSO (la politica medica – come si diceva – tutto riduce ai moduli sanitari, trattando tra l’altro come malati da curare i dissenzienti). La scure della censura e del silenziamento mediatico si abbatte anche su quelli che, a pieno titolo, possono definirsi esperti, almeno quanto i membri della tribù dei virologi televisivi.

Diego Fusaro (Torino 1983) insegna storia della filosofia presso lo IASSP di Milano (Istituto Alti Studi Strategici e Politici) ed è fondatore dell'associazione Interesse Nazionale (www.interessenazionale.net). Tra i suoi libri più fortunati, "Bentornato Marx!" (Bompiani 2009), "Il futuro è nostro" (Bompiani 2009), "Pensare altrimenti" (Einaudi 2017).

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