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Autostrade, sì a nuovi soci ma solo in minoranza

Atlantia si è rivolta al governo dicendosi disponibile ad accettare l'ingresso di nuovi soci in Aspi ma solo se questi ultimi resteranno in minoranza

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[Rassegna stampa] Continua il ping-pong tra lo Stato e Autostrade per l’Italia in tema di revoca delle concessioni e prestito di 1,2 miliardi richiesto dalla società autostradale. La questione più spinosa al momento è quella legata all’entrata in società di nuovi soci, cosa che Autostrade sarebbe disposta ad accettare ma solo se questi ultimi fossero in minoranza.

Concessioni Autostrade, un passo indietro per i Benetton

La disponibilità di Atlantia ad aprire il capitale della sua Autostrade per l’Italia riguarda unicamente una quota di minoranza. Il gruppo che vede i Benetton primi azionisti col 30,25% terrà il controllo di Aspi e non appare disposto a operazioni al di fuori di quelli che sono valori e canoni di mercato. Allo stesso modo Bertazzo, artefice del nuovo corso nella holding dopo la tragedia del ponte Morandi, fa capire che, ora come ora, le condizioni per fare entrare nuovi azionisti non ci sono. «Sappiamo bene che prima di cercare nuovi soci» per Aspi «è necessario venga ristabilita certezza normativa e regolatoria. Nessun entrerebbe mai in Aspi nelle attuali condizioni, se non per volontà diverse da quelle di un investitore di mercato e a prezzi lontani dal reale valore dell’azienda». Prima però di dare concretezza ai piani, in casa di Atlantia attendono di avere certezza sulla concessione, un accordo sulle tariffe e togliere di mezzo il contestatissimo articolo 35 del decreto che abbatte il valore dell’indennizzo in caso di revoca della concessione. «Nessuno presterà mai un euro ad Aspi fino a che non viene modificato l’articolo 35  del Milleproroghe. Aspi non può e non vuole assumersi impegni che non sono finanziariamente realizzabili a causa di modifiche normative introdotte in modo unilaterale e retroattive. Sarebbe da irresponsabili», dice Bertazzo. […]