Camerino, l’ospedale Covid volta pagina. "Abbiamo affrontato uno tsunami"
Trasferito a Civitanova l’ultimo paziente: dopo 81 giorni la terapia intensiva torna reparto no Covid
by ELEONORA CONFORTICamerino, 29 maggio 2020 - Chiuso, dopo 81 giorni, il reparto Covid di terapia intensiva dell’ospedale di Camerino, con il trasferimento alla Fiera di Civitanova dell’ultima paziente. A darne l’annuncio una bella foto delle infermiere che hanno festeggiato scrivendo, finalmente, sulle loro tute protettive bianche, non soltanto il proprio nome per farsi riconoscere ma anche, a caratteri cubitali sulla schiena, un bel "chiuso". Quello di Camerino è stato il primo ospedale nella regione ad essere riconvertito totalmente in centro di riferimento Covid, lo scorso 8 marzo. Tutti i reparti hanno accolto decine di pazienti contagiati, e da allora i quattro posti di terapia intensiva sono stati aumentati prima a otto, poi dieci fino a 12, ed hanno accolto 35 pazienti che sono rimasti ricoverati non meno di quattro settimane, ma anche 60 giorni. Di loro, purtroppo, sei sono venuti a mancare.
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«Sono stati mesi impegnativi – ha raccontato Angelo Leo, anestesista-rianimatore e primario facente funzione –. Non ci siamo risparmiati, abbiamo tolto tempo alle famiglie, siamo stati travolti da questo tsunami. Umanamente e professionalmente è stata un’esperienza che non potrò mai dimenticare. Una delle cose più belle, oggi, è ricevere i video dei pazienti che sono tornati a casa e ci ringraziano con le lacrime agli occhi. In quei momenti anche noi, che nel nostro lavoro dobbiamo avere dei meccanismi di difesa ben saldi, ci lasciamo andare a una bella emozione".
Leo racconta del rapporto quasi filiale che si instaurava con i pazienti, che arrivavano soli all’ospedale e per i quali quei dottori e infermieri nascosti dalle tute e visibili solo dallo spiraglio di un occhiale diventavano come le proprie famiglie. Due, invece, i momenti più difficili. "Quando andavamo da un paziente che non era ancora intubato ma tenendo presente la diagnostica decidevamo di evitare di arrivare troppo tardi – ha raccontato il dottore –. Il dovergli comunicare che lo avremmo intubato, questa è una cosa che non dimenticherò mai: lo smarrimento negli occhi di quei pazienti che non sapevano cosa sarebbe accaduto. Gli altri momenti più brutti erano quando ci rendevamo conto che non c’era più nulla da fare. Ho visto medici piangere insieme agli infermieri tenendo per mano chi se ne stava andando". Quello che resta ora, per il dottor Leo, che adesso andrà a lavorare al centro Covid di Civitanova, è il silenzio. "Il silenzio assordante della nostra terapia intensiva – ha aggiunto – è come se non fossi più abituato. Fino a ieri c’era un continuo rumore di sottofondo, tra monitor, ventilatori, infermieri".
Ora si lavorerà per ripristinare il reparto e tutto l’ospedale: entro lunedì saranno trasferiti anche gli ultimi pazienti. Il ringraziamento del dottor Leo va "a tutto lo staff, ai colleghi medici, a quelli di Macerata e Civitanova che hanno supportato il reparto, alle infermiere coordinate da Samantha Bartolucci, alla direzione generale che non ci ha fatto mai mancare nulla, al direttore Maccioni, alla dirigente Storti che hanno sempre ascoltato i nostri bisogni, e ai tanti donatori che non ci hanno fatto sentire soli, da chi ha regalato macchinari a chi ci portava la colazione o cibo".
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