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Il nuovo decreto economico

Il governo pronto a chiedere un altro scostamento di bilancio. Il quadro degli interventi entro metà giugno. Nodo coperture, slitta il Family act

In attesa dei fondi europei, 'Recovery fund' o Mes o entrambi, all'Italia servono urgentemente nuove risorse per tenere in piedi un'economia duramente provata dalla pandemia. Per avere fondi freschi entro un paio di mesi, e non l'anno prossimo, il governo potrebbe chiedere un nuovo scostamento di bilancio, per approvare in deficit un altro decreto economico.

Lo ha anticipato Conte ai sindaci delle città metropolitane e all'Anci. I primi cittadini, racconta all'Ansa chi era presente, alzano i toni, per denunciare il rischio di default. Luigi De Magistris minaccia di consegnare a Palazzo Chigi le chiavi del Comune di Napoli, dopo la bancarotta. Virginia Raggi avverte che c'è il rischio di spegnere le luci per le strade di Roma. Luigi Brugnaro lamenta che ministri e sottosegretari non capiscono la gravità della situazione. Due ore, dice una fonte, assai tese. Fino all'impegno di Conte: arriveranno altri 3 miliardi per i Comuni, oltre i 3,5 stanziati nel decreto Rilancio. Ma con un nuovo provvedimento, che probabilmente sarà finanziato in deficit, con una nuova richiesta di scostamento di bilancio al Parlamento. 

Si tratta di finanziare nuovi ammortizzatori sociali e sostenere il lavoro quando scadrà il blocco dei licenziamenti, ma anche aiutare settori economici che non si riprenderanno facilmente come quello del turismo. Per far fronte a quelle esigenze meglio accedere subito, dice da Iv Luigi Marattin, anche ai fondi del Mes. Ma sul punto Conte non sembra aver cambiare idea: si valuterà e deciderà il Parlamento. Il momento della decisione potrebbe cadere dopo il Consiglio Ue del 19 giugno, quando si capirà meglio quali difficoltà porranno le discussioni sul Recovery Fund.

Il commissario europeo Gentiloni e il presidente del europarlamento Sassoli hanno nuovamente ricordato che non sarà la Ue a decidere, ma che l'Italia potrà approfittare pienamente delle risorse europee solo se sarà in grado di presentare progetti di rilancio dell'economia credibili e coerenti con le linee guida del Recovery Fund. 

L'ossatura degli interventi potrebbe iniziarsi a tratteggiare nelle prossime settimane, con il Piano nazionale delle riforme, per poi avere un quadro completo (e la riforma fiscale) con la manovra. Nicola Zingaretti elenca le sue priorità e da Roberto Fico a Dario Franceschini si fanno sentire le voci di coloro che ritengono che su queste riforme potrebbe poggiare una futura alleanza strutturale Pd-M5s. 

Se al Pd sono convinti che la richiesta dei fondi Ue non potrà essere giustificata dal progetto di tagliare le tasse, è proprio da lì che vogliono partire M5s e Iv, che chiedono di abolire l'Irap e abbassare le aliquote Irpef. Ma prima viene il Family act: Iv si aspettava che andasse in Cdm in giornata e invece il provvedimento slitta, per mancanza di coperture. "Siamo tranquilli, abbiamo fiducia in Conte", dicono i renziani, che sono pronti a far fuoco e fiamme se il Family act non arriverà in Cdm la prossima settimana. E anche su questo punto renziani hanno il Movimento 5 Stelle come alleato.