Faux Shaman
Forbidden
by Francesco Nunziata2020 (Mr. Snow Productions!) | avant-folk, noise-rock, experimental
Proseguendo nel solco di un attraversamento della schizofrenia e delle paranoie della contemporaneità (già ampiamente indagate sia con le convulse colluttazioni art-rock/noise-wave degli Stabscotch, che con i mostruosi squassi digitali del progetto Dizayga), Tyler Blensdorf indossa una nuova maschera e vira verso una nevrotica variante dell'avant-folk, sottoponendola a tensioni laceranti e a dilaniazioni rumoriste. Le prime tracce di questo nuovo materiale risalgono addirittura al 2013, quando gli Stabscotch non erano ancora nati e Blensdorf si divertiva a registrare riff con la sua chitarra classica, in pratica realizzando abbozzi di brani che poi avrebbe col tempo completato, sempre in solitaria, con l’aggiunta di voce, tabla, violoncello, flauto, cetra, basso, chitarra elettrica, suoni registrati in giro e un “primordial kit”, ovvero un drumset costruito con materiali trovati (lo si ascoltava già all’inizio di “The Last Alchemist”).
"Tonight God Rides The Wind" alza il sipario con piglio quasi zen, ma è solo l’occhio di un ciclone che brucerà, da lì in avanti, una foga disperata, tra corde e percussioni che ora sonnecchiano, ora esplodono in mille pezzi, come accadrà anche nella successiva “Still Flesh”, la cui architettura sonora è ancora più caotica ed è continuamente sabotata da scosse telluriche, a mimare le più feroci tensioni della psiche. Siamo al cospetto di una versione acustica di “Anthrocide: Exit By Accented Figures” e il risultato è insieme suggestivo e disturbante, come confermano anche la rocambolesca e sovraeccitata "Tunnel Of Swords" e una "Bohemian Gold" la cui seconda parte cresce di intensità con andamento marziale, prima di trionfare in lo-fi dissoluzione. Laddove, però, il primo disco a nome Dizayga dava voce alla "psiche grezza" dell'artista, "Forbidden" vuole dare sfogo al suo istinto. "La psiche è più complicata; l'istinto è puro", ci racconta Blensdorf.
Dopo “The Olive Curtain” (una ballata psych-folk in agrodolce che troverà un corrispettivo più sferzante in "Silver Wind"), ci si imbatte in un rituale tribaloide che divampa in metallico tormento ("Kourt Of Shoulders"), laddove sia “Giants In The Dark” che la title track privilegiano soluzioni più esoteriche, la prima facendo leva su ragnatele cosmiche le cui ombre si allungano fino a tramutarsi in sonica-foresta; la seconda lasciando invece spazio a deragliamenti ambient-noise che portano in grembo un altro esempio di ballata dilatata, questa volta però carica di oscuri presagi. In coda, “Entangled” chiude idealmente il cerchio, riallacciandosi alle altalene emotive di "Tonight God Rides The Wind".
Di “Forbidden” non è possibile al momento comprare copie in cd o in vinile. Esistono solo cd-r che Blensdorf ha da qualche giorno cominciato a nascondere in giro, fornendo documentazione fotografica e relative coordinate sui suoi canali social. Nei prossimi giorni, dovrebbero arrivare notizie dal Midwest, quindi dalla East Coast e, per finire, dal Sud degli Stati Uniti. Niente West Coast. Sembra che il Nostro non ami molto quelle zone...
(29/05/2020)
Tracklist
- Tonight God Rides the Wind
- Still Flesh
- The Olive Curtain
- Giants In The Dark
- Kourt of Shoulders
- Forbidden
- Silver Wind
- Tunnel of Swords
- Bohemian Gold
- Entangled