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Scuola, il manifesto delle mamme: «Aule nelle piazze e nei parchi fino al 15 luglio. No alla didattica a distanza»

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Mille, diecimila, centomila aule ovunque: nelle piazze, nei parchi, nei giardini, nei musei e nei teatri. Se tutto riapre, ma le scuole no, allora portiamole all'aperto le lezioni nei prossimi mesi di bel tempo. Troppo hanno sofferto bambini e ragazzi, reclusi in casa davanti a un pc, e saranno gli ultimi a tornare alla normalità. Le famiglie si sono fatte carico di un carico di lavoro straordinario. Che sia straordinario, dunque, questo ritorno a scuola a ridosso dell'estate. Lezioni all'aperto per non lasciare ancora soli studenti e genitori.  É la proposta di un gruppo di mamme che hanno lanciato un manifesto social per sollecitare la ripresa della scuola e dire no alla didattica a distanza. “Riapriamo la scuola della Costituzione dopo il Covid” è il gruppo facebook creato da Paola Setti, giornalista e scrittrice, due figli, in un libro  ("Non è un paese per mamme") ha denunciato quanto sia difficile in Italia mettere d'accordo lavoro e maternità,  Luisa Setti (infermiera con tre figli), Chiara Fasce (psicologa con quattro figli). 

I sacrifici. «Abbiamo chiuso gli studenti in una bolla, seduti davanti agli schermi, come un problema da rimuovere - si legge nel Manifesto - Non è stata valutata alcuna ipotesi di sfruttare almeno una parte dei mesi estivi per far recuperare ai nostri figli un pò della scolarità perduta. Si è vagliata invece una improbabile modalità mista tra Didattica a distanza e presenza in classe tre giorni la settimana. Come se fare lezione davanti a un computer potesse sostituire il percorso educativo garantito dallo scambio umano di pensieri, emozioni e vita che può essere attuato solo con la presenza».
E invece, sostengono le mamme, non è troppo tardi per attrezzare, in accordo con il Miur, «spazi aperti per una scuola estiva, almeno fino al 15 luglio e almeno nei centri meno colpiti dall’epidemia, garantendo così al contempo la necessaria socialità ai ragazzi, il diritto alle ferie degli insegnanti e un aiuto concreto alle molte famiglie che non potranno permettersi di andare in vacanza né di pagare ai propri figli il centro estivo».

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No alla didattica a distanza, si legge nel manifesto, perché crea discriminazioni, non tutte le famiglie sono capaci di sostenere i figli in questo percorso, pesa soprattutto sulle donne e porta in prospettiva a una riduzione dei posti di lavoro. Al contrario, in questo momento alla scuola bisogna dare di più, serve un piano Marshall. «Possiamo e dobbiamo trasformare la crisi della pandemia in una grande occasione di cambiamento. L’esigenza di evitare la moltiplicazione dei contagi deve costringerci a ripensare il modello scolastico. Serve un grande progetto nazionale, che veda forti investimenti in termini sia di pianificazione sia economici».

Tutto dovrà cambiare, a cominciare dagli edifici scolastici.  «Il concetto di scuola non potrà più essere legato all'edificio, ma dovrà essere esteso e diffuso: la città dovrà essere ripensata e fare spazio agli studenti. Musei, edifici civili e militari, associazioni di volontariato, circoli ricreativi, parrocchie, parchi». Il manifesto chiede anche un piano di assunzioni di docenti e personale Ata, per consentire la gestione degli studenti a piccoli gruppi ed eventualmente su più turni.