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Roma, la solitudine di Petrachi e l'altro tentativo di Friedkin...

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Isolato. È l’aggettivo più utilizzato dai procuratori (e non solo) per fotografare la situazione attuale di Petrachi. Che deve proprio allo stop del campionato la sua precaria conferma. Non è certo per le sfuriate nei confronti dei media, per lo scivolone nei confronti di Friedkin - che secondo indiscrezioni, non confermate a Trigoria, sarebbe tornato negli ultimi giorni alla carica con Pallotta offrendo 550 milioni ma ricevendo il rifiuto dell’imprenditore bostoniano - o per il ritorno di Baldini che il ds ha perso posizioni. A penalizzarlo è stata in primis la gestione muscolare operata all’interno di Trigoria. Questa s’è manifestata in vari ambiti sino ad arrivare alla squadra (sottoposta ieri a nuovo ciclo di tamponi). Nervosismo che ha toccato anche i collaboratori più vicini (Longo) che hanno iniziato a prendere le distanze. A questo si somma l’inesperienza nell’approcciare con una piazza come Roma. Qui il ds, soprattutto per la struttura che si è data la società, non è solo quello che compra e vende calciatori ma rappresenta il club. E uscite come quella su Dzeko (che hanno provocato un’indagine della Procura Federale, poi archiviata, non il massimo a livello d’immagine) o nell’ambito dello scambio Spinazzola-Politano («C’è stato un cortocircuito Marotta-Ausilio»), quando i rispettivi agenti erano riusciti a ricucire lo strappo, magari hanno fatto piacere ai tifosi ma alla dirigenza non sono andate giù. 

IL PARADOSSO 

Di questa situazione, il ds è il primo ad esserne consapevole. E ora vorrebbe prendersi una rivincita. Il paradosso è che la causa che lo mantiene a Roma è la stessa a frenarlo sul mercato. Lo stallo infatti nel quale versa il club (che tra l’altro non vuole pagarlo inutilmente sino al 2022, esonerandolo) lo costringe ad una posizione d’attesa. Un esempio? Le riunioni di mercato previste negli ultimi dieci giorni sono state annullate sino a ieri. Ora che c’è il via libera per la ripresa del campionato, si attendono novità. Tuttavia Petrachi mastica amaro. Cosciente da un lato di dover mettere la faccia su una lunga serie di cessioni (come conferma Pastore a Telefenoticias: «Il club ha perdite molto importanti e dovrà vendere giocatori o comprarne più giovani che guadagnano di meno») e dall’altro di agire in entrata con armi spuntate. De Sanctis intanto continua la sua crescita. Da vice ds (responsabile Under 17, Under 18 e Primavera) è sempre più figura di fiducia del Ceo Fienga. Che di questi tempi non guasta.