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Mancini: «Con la Nazionale a Bergamo e Milano per le vittime Covid. Anch'io ho perso un amico»

«E' molto importante che si ritorni a giocare. Contibuirà a risollevare lo spirito del Paese senza mai dimenticare le migliai di vittime del Coronavirus». Il ct dell'Italia Roberto Mancini ha scritto per il Think Magazine dell'Osservatorio Economico e Sociale Riparte l'Italia, parlando del ritorno del calcio giocato e della tragedia Covid-19. Annunciando come la sua Nazionale farà la sua parte.

«Per ricordare quelle vittime, così come per celebrare tutti i protagonisti di questa lunga e ancora difficile lotta alla pandemia - scrive Mancini -, la Nazionale sarà a Bergamo e Milano, quando le condizioni consentiranno di riaprire gli stadi, per testimoniare la solidarietà degli Azzurri al Paese e agli Italiani nell’ambito del progetto “Lo scudetto del cuore”. Perché la Nazionale, che nelle scorse settimane ha compiuto 110 anni, è il simbolo di un Paese che nelle grandi difficoltà non molla mai, con uno spirito di collaborazione straordinario da parte di tutti gli italiani».

Poi una triste rivalazione: «Penso che non dimenticheremo mai questo periodo, con le sue tragedie e le sue sofferenze, anche io ho perso un amico di infanzia che lavorava come volontario alla Croce Rossa». «Il campionato di calcio - conclude Mancio -, e di conseguenza l’attività internazionale della Nazionale, potrà ridare alla nostra vita una parvenza di normalità: ci saranno difficoltà da affrontare e gestire, dal numero delle gare da giocare in un periodo compresso al fatto di dover scendere in campo in stadi vuoti, senza il calore dei tifosi, ma sono convinto che tutti i protagonisti, calciatori e allenatori, sono pronti per tornare a fare il proprio lavoro e regalare alle persone quelle emozioni che lo sport, e ancora di più il calcio per la sua dimensione nazionalpopolare, è in grado di dare».