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Fontana in procura a Bergamo: «Spettava al governo istituire zone rosse»

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Un presidio per protestare contro la gestione dell'emergenza coronavirus è in corso davanti alla procura di Bergamo dove si sta tenendo l'audizione del presidente della Lombardia Attilio Fontana convocato come testimone. Un gruppo di cittadini composto da poche decine di persone, con anche alcuni sindacalisti, ha srotolato uno striscione bianco con scritto «Fontana, Bergamo non dimentica» e un insulto in rosso. La protesta in particolare riguarda la mancata istituzione della zona rossa nella Bergamasca. Con un altro cartello si contestano anche gli industriali lombardi: «Confindustria. No zona rossa in Valseriana. Tranquilli ci ha pensato Fontana», si legge. Nel mirino della protesta anche l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera e Stefano Scaglia, presidente della Confindustria di Bergamo. Un manifestante con un megafono sta spiegando i motivi della protesta: «15mila morti in Lombardia, non ci dimenticheremo di questa strage».

SOTTO SCORTA
Il presidente della Lombardia è arrivato in Procura a Bergamo prima delle dieci di questa mattina, per essere sentito come persona informata sui fatti dai pm che indagano sulla diffusione del contagio all’ospedale di Alzano, sulle morti nelle Rsa e sulla mancata istituzione di una zona rossa nella Bergamasca. Fontana è arrivato con la scorta. L'edificio dove ha sede la procura è presidiato dalle forze dell'ordine. Dopo di lui nella palazzina di piazza Dante Alighieri è entrato il procuratore facente funzione Maria Cristina Rota.

LA DIFESA DI FONTANA
L'istituzione della zona rossa nei primi giorni di marzo che avrebbe dovuto isolare Nembro e Alzano Lombardo, i due comuni della bergamasca dove era stato individuato il secondo importante focolaio di coronavirus in Lombardia, era «pacifico» che fosse una decisione che «spettava al Governo», dato che era già stato inviato l'esercito. É quanto avrebbe affermato il governatore lombardo Attilio Fontana sentito oggi per circa due ore in Procura a Bergamo. Dichiarazioni in linea con quelle dell'assessore al Welfare Giulio Gallera anche lui convocato come persona informata sui fatti.  Fontana stamani avrebbe pure fornito, da quanto si è appreso, chiarimenti sul caso del pronto soccorso dell'ospedale di Alzano e negato di aver ricevuto «pressioni» dal mondo economico sempre in merito alla mancata creazione di una zona rossa. In più gli sarebbero state poste domande sulle delibere regionali relative alle Rsa. 

«ASPETTAVAMO IL GOVERNO»
Sull'istituzione della zona rossa che avrebbe dovuto isolare Nembro e Alzano Lombardo, i due comuni dove ai primi di marzo era stato individuato il secondo importante focolaio di coronavirus in Lombardia, ė stato ascoltato ieri dai magistrati l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera. Il quale ha spiegato che la Regione «aspettava» che si muovesse il governo. Come d'altronde ha sempre dichiarato pubblicamente, Gallera ha affermato che si attendeva un intervento delll'esecutivo nei giorni della prima settimana di marzo, in pieno allarme. Quando già sembrava che la zona rossa stesse per essere istituita, arrivò la decisione di Roma di trasformare tutta la Lombardia e province di altre regioni in zona 'arancionè. L'assessore sul punto ha anche precisato che la Regione non ha proceduto perchè quando il 5 sono arrivate le camionette dell'esercito, era convinta procedesse il Governo. Settimane dopo, disse poi Gallera in una intervista, ci si era resi conto che esisteva una legge che permetteva anche alla Regione di procedere con la creazione della zona rossa nella Bergamasca.