Trump firma l’ordine presidenziale: «I social potranno essere puniti»
Svolta improvvisa contro Twitter, Facebook, Youtube. Ora sarà possibile portarli in tribunale per i contenuti pubblicati. Si annuncia battaglia con i grandi gruppi tech
by Massimo GaggiNew York - Le grandi reti sociali Usa, da Facebook a Twitter, fin qui cresciute senza vincoli regolamentari, saranno sottoposte alla sorveglianza di due agenzie federali, la Fcc (la commissione che sovraintende alle comunicazioni) e la Ftc (competente per pratiche commerciali scorrette o fuorvianti), che vengono sollecitate ad allargare il loro raggio d’azione.
Da due anni Donald Trump minaccia interventi amministrativicontro le società della Silicon Valley che fin qui hanno goduto di una libertà assoluta. Prima erano protette dall’immensa popolarità che le rendeva intoccabili. Poi, quando l’umore degli utenti è cambiato, un Congresso diviso ha discusso e «processato» per anni i leader di big tech ma non ha saputo impostare una legge praticabile. E allora, furioso perché Twitter ha deciso per la prima volta di sottoporre un post presidenziale a fact checking, Trump è partito all’attacco usando i suoi poteri presidenziali per modificare il sistema attuale, basato sul Communications Decency Act, una legge del 1996. L’altra sera, in volo sull’Air Force One, ha annunciato ai giornalisti la firma di un ordine esecutivo sui social media.
E ieri dopo una giornata tesa, con molti tentativi di far rientrare il provvedimento, il presidente ha firmato un atto amministrativo che per la prima volta pone limiti ai giganti digitali, mentre il ministro della Giustizia, Barr, ha annunciato iniziative anche in sede giudiziaria e legislativa con la presentazione di una proposta al Congresso.
La misura più rischiosa per i grandi operatori del settore (Facebook, Twitter e Google, soprattutto con YouTube) è la riduzione della protezione contenuta nella Sezione 230 della legge del 1996 che considera le reti sociali irresponsabili per i contenuti postati dagli utenti. «Quando intervengono sui contenuti», hanno detto Barr e Trump, «si comportano come altri editori», non possono avere più diritto a quella protezione offerta 25 anni fa a società appena nate.
L’ordine di Trump attribuisce alla Fcc il potere di stabilire se queste società si sono comportate correttamente (la legge condiziona l’immunità alla loro «buona fede») e, quindi, apre la strada a un’interpretazione che porta a considerare Twitter e le altre in certe circostanze come editori che pubblicano contenuti: con gli stessi obblighi giuridici e il rischio di dover fronteggiare azioni legali. L’ordine, poi, invita la Ftc a indagare le reti sociali che Trump accusa di pregiudizio contro le idee conservatrici, spinge anche il ministero della Giustizia ad agire insieme agli attorney general di tutti gli Stati dell’Unione e dispone una revisione (per ridimensionarla o cancellarla) della pubblicità fatta da enti federali su piattaforme messe sotto accusa.