Professionisti in sciopero contro il governo il 4 giugno: protesta per bonus e aiuti

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Prosegue lo scontro tra professionisti e governo. Il 4 giugno sarà sciopero delle professioni, dalle 10.30 alle 12.30, on line su tutti i social network dei 22 ordini professionali aderenti: dai commercialisti ai consulenti del lavoro, dagli ingegneri agli architetti e poi psicologi, infermieri e molti altri. Una protesta che i professionisti reputano necessaria per far sentire al governo il malessere di una componente produttiva essenziale del Paese e quindi chiedere ancora di correggere il decreto «Rilancio» durante il passaggio parlamentare della conversione in legge. Dopo l’esclusione dalla norma che disciplina il contributo a fondo perduto a favore degli autonomi e l’impossibilità di ricevere il bonus da 600 a 1.000 euro previsto dal Decreto Rilancio per le mensilità di aprile e maggio, i professionisti ordinistici aderenti al Comitato Unitario delle Professioni (Cup) - presieduto da Marina Calderone - e alla Rete delle Professioni Tecniche (Rpt) - coordinata da Armando Zambrano - hanno deciso di protestare in maniera unita e compatta contro questa disparità di trattamento per i professionisti iniziata con il Decreto «Cura Italia» e confermata nel Decreto «Rilancio»

Le richieste

I professionisti ordinistici, come tutti gli altri lavoratori, hanno subito le conseguenze – pagando in certi casi con la loro vita per esercitare la propria professione – della pandemia, prima, e della crisi economica, dopo. Per questo motivo per Cup e Rpt è impensabile l’esclusione da tali tutele, sia che si guardi al professionista come un lavoratore della conoscenza sia che lo si guardi come titolare di un’attività economica a tutti gli effetti. «Si tratta di un’inaccettabile discriminazione per 2,3 milioni di professionisti — commentano gli organizzatori — contro la quale ci batteremo in ogni modo». Nel corso della giornata i vari presidenti degli ordini, insieme ai principali leader di partito, presenteranno e discuteranno il «Manifesto delle Professioni per la ripartenza».

Il manifesto

Un documento diviso per punti che ricorderà al Paese e soprattutto al governo il ruolo sussidiario che già oggi esercitano le Professioni e che ancora di più intendono valorizzare in un momento di incertezza come la c.d. Fase 2, dove molte attività non riescono ancora ad aprire per difficoltà di rispettare i protocolli della sicurezza sul lavoro, oppure perché non riescono ad ottenere dalla Banche i prestiti garantiti dallo Stato.