Le flotte aeree si assottigliano: easyJet e American Airlines pronte a tagliare il 30% del personale

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EasyJet, la seconda più grande low cost d’Europa, ha annunciato l’intenzione di tagliare fino a 4.500 posti di lavoro e di ridurre la sua flotta del 15% (a 302 velivoli) per meglio affrontare le conseguenze dell’emergenza coronavirus che ha quasi azzerato il trasporto aereo nel continente e nel resto del mondo. Lo ha annunciato in mattinata Johan Lundgren, amministratore delegato della società britannica, facendo capire che quando le persone torneranno a volare il mercato sarà comunque più piccolo di come era prima della pandemia. E anche dall’American Airlines arrivano annunci di tagli: il 30% del management e del personale amministrativo.

Gli esuberi

La riduzione della compagnia aerea americana equivale ad oltre 5000 dei circa 17 mila dipendenti dei due settori. Per i volontari sono previste buonuscite sino al 10 giugno, ma se il loro numero non sarà sufficiente l’azienda sarà costretta a prendere le sue misure. Tutti i dipendenti comunque riceveranno lo stipendio sino al 30 settembre.
Per quanto riguarda invece EasyJet, che ha tre certificati di operatore aereo (inglese, svizzero e austriaco), il personale è composto da 15 mila persone in otto Paesi. In Italia — dove è il terzo vettore per passeggeri, dopo Ryanair e Alitalia — la low cost conta 1.469 dipendenti che sono quasi tutti in cassa integrazione, così come richiesto dall’azienda per un massimo di nove mesi. È soltanto una delle compagnie che si aggiunge alla lista sempre più lunga di aviolinee che decidono di ridurre il personale e le operazioni. Ryanair ha annunciato il 15% di esuberi (su 17.500 dipendenti) e Wizz Air il 19% (4.550 assunti). Nel Regno Unito British Airways manderà a casa 12.000 persone sulle 42.000 impiegate.

La flotta

Via parte dei dipendenti, ma anche via alcuni aerei. La flotta di easyJet — che oggi conta 353 aerei — alla fine del 2021 ne conterà 302: di questi, spiega la compagnia nella nota ufficiale, il 3-4% «sarà a disposizione per i momenti di picco». «La riduzione delle dimensioni della flotta sarà ottenuta attraverso le misure precedentemente annunciate — prosegue la comunicazione —, tra cui il differimento delle consegne di nuovi aeromobili e la riconsegna di aeromobili in leasing». Questo avrà ricadute anche sulle operazioni: nel quarto trimestre di quest’anno (ottobre-dicembre) la low cost prevede di volare con volumi «di circa il 30% rispetto a quelli del 4° trimestre 2019», meno del 40% che la rivale Ryanair pianifica già per il mese di luglio.

I numeri

Secondo la piattaforma specializzata Oag il Regno Unito è il mercato principale di easyJet: nell’anno contabilizzato aprile 2019-marzo 2020 i posti a disposizione nel Paese sono stati 32 milioni. Al secondo gradino la Francia (15 milioni) e al terzo l’Italia (12,5 milioni di questi 3,9 milioni sui voli nazionali). Mentre a livello aeroportuale al primo posto c’è Londra Gatwick (10,5 milioni di sedili), quindi Berlino-Tegel (4,7 milioni) e Ginevra (4,6 milioni). Quarto lo scalo di Milano Malpensa, una delle tre basi italiane (le altre sono Venezia e Napoli), con 4,3 milioni. La compagnia non ha ancora chiarito dove avrebbe tagliato. Da un’analisi compiuta dalla società di consulenza Rdc, i mercati che registrano più perdite nella rete di easyJet sono quello tedesco e austriaco.

lberberi@corriere.it