Che ne sarà degli spettacoli dal vivo nel prosieguo dell'emergenza coronavirus?
by Gianluca DottiLe imprese artistiche, con tutto l'ecosistema della musica, si trovano a fare i conti con un nuovo contesto in cui occorre reinventare il senso stesso della performance. Territorio, collaborazione e finanziamenti sono le parole chiave: se n'è parlato oggi con Lazio Innova e Regione Lazio
Anche il settore degli eventi live si trova a fare i conti con la nuova normalità. Dopo le prime settimane, vissute come uno shock e in cui le esibizioni artistiche si sono limitate alle cosiddette performance da cameretta, il mondo della musica oggi si sta riorganizzando con un nuovo spirito di coesione e intraprendenza. Se da un lato c’è la consapevolezza che già prima dell’emergenza sanitaria esistevano alcune criticità profonde all’interno dell’industria della musica, dall’altro a tutti gli attori della filiera artistica è diventato evidente come la ripartenza rappresenti un’occasione d’oro per svecchiare, aggiornare e innovare gli spettacoli dal vivo, approfittando della tecnologia e di un sistema di relazioni che si intreccia con il territorio, spaziando dai finanziamenti regionali ed europei fino alle opportunità che arrivano da enti, istituzioni e organizzazioni.
Da qui si è partiti nel quarto dei Mini Talk organizzati da Regione Lazio tramite Lazio Innova, l’agenzia regionale per gli investimenti e lo sviluppo della Regione Lazio. Una chiacchierata trasmessa in diretta pure sulla pagina Facebook di Wired, in cui sono stati discussi gli strumenti oggi esistenti a supporto del mondo dell’arte e dello spettacolo, a partire dalle opportunità offerte a livello locale e che rappresentano una risorsa oggi indispensabile, soprattutto quando si tratta di artisti emergenti o di professionisti dello spettacolo con un modello di business stravolto nel giro di poche settimane. Il talk è stato anche l’occasione per esibizioni canore, naturalmente live, di Noemi e di Sherol Dos Santos, entrambe ospiti dell’evento e cresciute – fisicamente e artisticamente – nel Lazio. E accomunate dalla partecipazione al talent show X Factor, rispettivamente nel 2009 e nel 2018.
“La pandemia ha creato una situazione che nessuno di noi poteva prevedere, difficilissima da affrontare soprattutto per gli artisti emergenti”, ha esordito Dos Santos. “Ognuno di noi aveva in programma eventi estivi per farsi conoscere, perché a inizio carriera è fondamentale far arrivare la propria musica al maggior numero possibile di persone, soprattutto partecipando a eventi e concerti”. Allo stop forzato imposto dal lockdown, ha spiegato, in un primo momento si è tentato di dare risposta con l’ausilio dei social, per mantenere il contatto con il proprio pubblico, fatto sì di intrattenimento ma anche dell’urgenza di comunicare l’eccezionalità del momento tramite la musica.
“Quando a un artista viene proibito di eseguire la propria performance in pubblico, oltre alla componente artistica ci si vede precludere le possibilità di guadagno”, ha aggiunto Maila Sansaini, direttrice generale del Nuovo Imaie. Per questo, è stato spiegato, l’istituto stesso si è attivato mettendo a disposizione un fondo di 15 milioni di euro ricavato da alcuni diritti che la legge assegna agli artisti per attività di sostegno e formazione, mettendoli subito a disposizione di chi ha sofferto l’azzeramento o la flessione del proprio reddito. “Con la prima iniziativa da 7,5 milioni di euro abbiamo raggiunto oltre 4mila artisti, mentre gli altri 7,5 milioni spettano ai soci del Nuovo Imaie che presenteranno domanda attraverso il sito dell’istituto a partire dall’8 giugno“, ha spiegato. Un contributo che prevede una quota fissa per tutti quanti, più eventuali maggiorazioni nel caso ci siano condizioni comprovate di ulteriore necessità.
Al tema del supporto finanziario, secondo Noemi, va accostato quello della collaborazione, che tra artisti rappresenta un elemento fondamentale per lo sviluppo della propria professionalità e carriera. “Ho tantissimi amici musicisti che si sono trovati dalla sera alla mattina senza più serate né la possibilità di avere entrate, e quindi in un momento di emergenza il supporto economico è fondamentale per poter continuare a esprimere la propria arte”, ha testimoniato. “Più in generale trovo fondamentale anche il valore del rapporto diretto tra musicisti. Per la mia carriera la collaborazione con alcuni grandi artisti già affermati è stata fondamentale, e in questo mi sento fortunata”. Ma non basta a spianare la strada: “c’è sempre un grande lavoro da fare, bisogna sapersi mettere in gioco e dimostrare di essere all’altezza della fiducia che altri ripongono in te”, ha concluso.
Il reboot dello spettacolo
La stessa Noemi è stata protagonista, poche settimane fa, del concerto del Primo maggio a Roma, che per l’occasione è stato ripensato completamente e ha rappresentato di fatto un primo tentativo pionieristico di ricostruire lo spettacolo dal vivo post-pandemico. Con gli artisti sul palco e ripresi in altissima definizione, ma senza pubblico. A commentare quanto fatto è stato Massimo Bonelli, produttore e manager musicale che dal 2015 con la sua iCompany è direttore artistico e organizzatore proprio di quel celeberrimo concerto.
“Dopo un primo scoramento iniziale, che penso sia naturale, oggi siamo entrati nell’ottica di vivere questo momento come un’opportunità”, ha spiegato. “Già a partire dall’estate, il ripensare eventi con dinamiche diverse è una sfida che porta con sé un proprio fascino”. Il momento è propizio, dunque, per mettere in discussione format e modalità che, in certi casi, hanno abbruttito la musica portato a un suo sfruttamento totalmente incentrato sul denaro. “Questa è l’occasione per ricominciare a concepire la musica anche come passione e non solo come un modo per guadagnare. Tanti musicisti e artisti sanno che ora è il momento giusto per formarsi. Dopo una crisi profonda, negli ultimi 5 anni il nostro settore ha ricominciato a crescere grazie allo streaming, che ha liberato l’era digitale mandando in pensione quella analogica”, ha continuato.
L’elemento centrale, secondo Bonelli, è che il mercato è cambiato dalla vendita della musica a un’economia dell’attenzione, in cui l’avere un pubblico è la vera moneta su cui la musica può costruire il suo valore. “Purtroppo molti artisti non sono ancora entrati in quest’ottica”, ha commentato, “e ragionano tuttora su meccanismi economici che sono già superati dalla realtà dei fatti”.
Quando si guarda avanti, non si parla comunque di un futuro molto lontano, dato che al momento l’orizzonte temporale è quello del 15 giugno, con la riapertura di cinema, teatri e concerti (con le necessarie misure di distanziamento). “Al momento la cosa più complicata è capire come gestire le problematiche della produzione artistica e quelle legate al pubblico, anzitutto in termini di misure sanitarie“, ha spiegato Katia Caselli, che per l’Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio (Atcl) si occupa del coordinamento artistico progettuale dello Spazio Rossellini. “Inoltre, a livello umano, la storia degli ultimi mesi ha segnato le persone e ha creato una coscienza nuova rispetto al passato. Non possiamo avere uno sguardo miope sul presente, ma creativo e che sappia rimettere in discussione i modelli culturali che avevano difficoltà già prima della pandemia, sperimentando nuovi linguaggi“.
Nella pratica, hanno spiegato gli ospiti del talk, nella nuove forme di creatività avrà un ruolo sempre più centrale la tecnologia, che cambierà anche il mondo stesso di rivolgersi al pubblico. “Quello che suggerisce l’Unione Europea”, ha continuato Caselli, “è di mirare alla audience develoment e alla audience empowerment, ossia di prepararsi ad avere a che fare con pubblici trasversali rispetto alle nuove e diverse modalità di fruizione degli spettacoli. Interrogarsi su questi temi è parte della mission stessa dell’arte, che per sua natura si propone di dare nuove chiavi di lettura del presente”.
Restando sempre a livello europeo, ma allargando lo sguardo al tema dei diritti d’autore, ci sono altre iniziative importanti che potranno fare la differenza per gli artisti. “Speriamo in una legge che entro giugno porti i giganti del web a pagare il giusto per i contenuti che ospitano e sfruttano sulle loro piattaforme”, ha spiegato Sansaini. “Poi vorremmo che una parte dei fondi europei, come ad esempio il fondo Sure, venga assegnata ad artisti che non godono di altre tutele, pur avendo al momento possibilità di lavoro molto ridotte”.
Il valore del territorio
L’altro elemento emerso come decisivo per il futuro dell’imprenditoria musicale, intesa sia come macchina degli spettacoli sia come startup della musica fatte di artisti emergenti, è la connessione con il territorio. Il tutto grazie a fondi regionali ed europei che danno la possibilità a chi lo desidera di iniziare un percorso artistico, incluse le forme di per sé non ancora codificate.“Gli artisti e i professionisti dello spettacolo dal vivo costituiscono una community con un valore non solo economico e di indotto legato al mondo dello spettacolo, ma anche di tenuta dell’innovazione culturale della comunità, con un grande potenziale in termini di creatività, socializzazione, relazioni, inclusione e partecipazione”, ha dettagliato Francesca Calenne, responsabile dello Spazio attivo di Lazio Innova a Colleferro.
“Quando andiamo a dialogare con i soggetti delle comunità con cui ci confrontiamo”, ha continuato, “l’essere portavoce della regione ci permette di essere più efficaci nella nostra azione, anche perché riusciamo a valorizzare il patrimonio culturale del territorio amplificandone la conoscenza, ricavandone quindi un grande contributo per le nostre comunità”.
A portare la propria esperienza in prima persona è stato Simone Giustinelli, regista teatrale e progettista del settore culturale che fa parte del Talent working dello Spazio attivo di Colleferro e che ha accelerato la propria carriera proprio dal 2017 dopo aver vinto il bando regionale Torno Subito. Oggi lavora per mettere in collegamento artisti under 25 sia a Roma sia a Londra, dove collabora con l’università del Middlesex.
“Nelle scorse settimane abbiamo avviato un programma, L’ultimo nastro di Krapp, che ha messo in connessione gli artisti proprio in un momento in cui chi fa spettacolo dal vivo si è sentito perso”, ha spiegato. “Il messaggio che abbiamo voluto dare è che il dialogo artistico va al di là dei luoghi dove l’arte abita, e che il potenziale creativo di ognuno è coniugabile con quelli altrui. Ecco perché abbiamo creato un dialogo per condividere le migliori pratiche che sono emerse durante la quarantena”.
A spiegare le scelte amministrative dietro tutte le iniziative del territorio è stato Lorenzo Sciarretta, delegato alle politiche giovanili della Regione Lazio. “In questo momento sostenere i giovani è ancora più importante, perché pagano il prezzo più alto dell’emergenza tanto oggi quanto fin dalla crisi del 2008. Uno dei nostri bandi, Vitamina G, sostiene progetti di innovazione culturale e tecnologica per chi ha tra i 18 e i 35 anni con un contributo fondo perduto da 25mila euro”. In proposito, la regione è alla ricerca di idee da finanziare che possano migliorare il territorio, a cui concedere questo genere di finanziamento.
Inoltre il progetto Lazio Sound, che ha terminato la prima edizione, sarà rinnovato nelle modalità e nelle premialità per adattarsi al nuovo contesto tramite accordi con testate giornalistiche, emittenti radiofoniche e televisive. “Abbiamo poi due bandi che daranno sostegno alle band che vogliono iniziare a produrre i propri brani. Vogliamo, in particolare, dare nuovo impulso ai tour attraverso calendari di date in locali e festival che possano essere anche in formato digitale”, ha concluso Sciarretta.