la Repubblica
Lady Huawei, estradizione negli Usa "legittima". Ma per ora resta agli arresti in Canada
Meng Wanzhou, direttrice finanziaria del colosso cinese, è accusata da Washington di violazione dell'embargo sull'Iran. Per rappresaglia, Pechino arrestò alcuni diplomatici di Ottawa
by dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPININEW YORK – Lady Huawei potrà essere estradata negli Stati Uniti. Ma per adesso rimane nel suo “arresto dorato” in Canada. L’ultimo capitolo nella saga della potente top manager cinese ricercata dalla giustizia statunitense è questo: una giudice canadese ha stabilito che la richiesta di estradizione presentata dagli Stati Uniti per la “ricercata eccellente” è legittima ai sensi della legge locale e del trattato bilaterale fra Washington e Ottawa. L’imputata è Meng Wanzhou, 48 anni, direttrice finanziaria del colosso telecom cinese Huawei, nonché figlia del suo fondatore e presidente Ren Zhengfei.
Questa vicenda giudiziaria interseca la grande battaglia contro Huawei da parte dell’Amministrazione Trump, che accusa il gigante telecom di vendere una tecnologia 5G pericolosa per la sicurezza dei Paesi clienti. Gli Stati Uniti esercitano pressioni sugli alleati europei – e non solo – affinché chiudano le porte al 5G made in China. Con qualche successo, a giudicare dal recente dietrofront del governo di Londra. Sempre per arginare l’espansione tecnologica di Huawei, il governo Usa ha imposto un embargo sulle forniture di tecnologie americane – si va dai semiconduttori al software Android di Google – che sta provocando dei problemi al gruppo cinese.
Ma “Lady Huawei” è ricercata per tutt’altra ragione: l’accusa del Dipartimento di Giustizia di Washington è la violazione dell’embargo sull’Iran. L’arresto di Meng Wanzhou avvenne all’aeroporto di Vancouver nel dicembre 2018, proprio mentre si teneva un G20 a Buenos Aires e tra Xi Jinping e Donald Trump saliva la tensione per la guerra dei dazi. I cinesi reagirono subito con rappresaglie pesantissime contro il Canada, arrestando alcuni suoi diplomatici. La disparità di trattamento è stata plateale: Meng Wanzhou è agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico in una villa sontuosa di sua proprietà mentre i diplomatici canadesi sono sottoposti a carcere duro.
Il governo Trudeau avrebbe fatto di tutto per districarsi da questa situazione ma la pressione Usa è forte, e bisogna tenere conto dell’indipendenza della magistratura. La sentenza di oggi è solo una tappa verso l’esito finale, si prevede che i legali della Meng presenteranno ricorso e la vicenda potrebbe prolungarsi molto. Per adesso la giudice Heather Holmes della Corte suprema della British Columbia ha stabilito che il reato contestato alla direttrice di Huawei è punibile anche in Canada, il che legittima la richiesta di estradizione.