Arrivederci a settembre-gramellini: le scuole non portano voti n
LA SCUOLA E’ FINITA (ARRIVEDERCI A SETTEMBRE) – GRAMELLINI: "IL COMITATO TECNICO SCIENTIFICO HA STABILITO CHE I BAMBINI E I RAGAZZI NON POTRANNO VEDERSI IN CLASSE NEMMENO PER UN GIORNO. LE SCUOLE NON PORTANO VOTI NÉ PUNTI DI PIL, SOLAMENTE ROGNE. E NULLA METTE AL RIPARO DALLE RESPONSABILITÀ MEGLIO DI UNA CHIUSURA A DOPPIA MANDATA" - IL PIANO PER LA RIPRESA NEI LICEI
Massimo Gramellini per il “Corriere della Sera”
Il Comitato Tecnico Scientifico ha stabilito che i bambini e i ragazzi non potranno vedersi in classe nemmeno per un giorno. Nemmeno per dirsi addio, se si trovano alla fine di un ciclo di studi e il nuovo anno scolastico inevitabilmente li sparpaglierà. La motivazione del Comitato è tecnicamente e scientificamente ineccepibile: non ci sono le condizioni di sicurezza.
D' altronde è dall' inizio della fase 2 che gli esperti tecnici, e naturalmente anche quelli scientifici, rispondono picche a chiunque propugni incontri ravvicinati del primo tipo tra gli esseri umani. Hanno dovuto abbozzare sulla riapertura delle fabbriche e dei bar, ma solo perché altrimenti sarebbero stati accusati dalla politica di affamare il popolo. Ma le scuole non portano voti né punti di Pil, solamente rogne. E nulla mette al riparo dalle responsabilità meglio di una chiusura a doppia mandata.
Qualche testa calda azzarda che il Comitato avrebbe potuto proporre, in alternativa, un' unica e ultima lezione da tenere prudentemente all' aria aperta, nei cortili delle scuole e nei parchi pubblici. In effetti sarebbe stato un gesto di profonda umanità. Però forse non abbastanza tecnico, o abbastanza scientifico. Il Comitato perdonerà l' ardire, ma con la curva del virus in discesa libera e le giornate che si allungano può capitare che alcuni sudditi mordano il freno e che anche tra chi è ligio alle regole si annidi una frangia di ribelli che ricomincia ad avere più voglia di vivere che paura di morire.
2 – IL PIANO PER LA RIPRESA NEI LICEI
Gianna Fregonara per il “Corriere della Sera”
In classe si dovrà stare più tempo possibile. E questo vale anche per gli studenti adolescenti delle scuole superiori. Per loro il comitato Bianchi proporrà orari scaglionati, con ingressi fino alle 10, per distribuire meglio gli spazi negli istituti scolastici ma anche per fare in modo che tutti - anche coloro che arrivano da lontano con metro e treni - possano viaggiare al di fuori delle ore di punta.
La precedenza in fatto di orari viene data ai bambini delle elementari che devono essere accompagnati dai genitori. L' idea di ritardare l' ingresso in classe - oltre a far contenti i dormiglioni - potrebbe addirittura migliorare il clima in classe: sono diversi infatti gli studi medici che indicano che gli adolescenti renderebbero poco la mattina presto e molto di più nelle ore centrali della giornata.
La modulazione dell' orario sarà comunque lasciata ai collegi dei docenti delle singole scuole, e molto dipenderà dal tipo di istituto, dalla zona, dalla disponibilità di trasporti. Le classi che ritarderanno l' ingresso ritarderanno anche l' uscita che potrebbe non essere prima delle 15 o, eccezionalmente anche delle 16.
Infatti non cambierà il numero delle ore curriculari: cambierà la loro distribuzione durante la giornata e durante la settimana, con la possibilità di ricorrere ancora alle lezioni a distanza. Nelle scuole in cui gli spazi non sono sufficienti, è possibile che l' orario venga «allungato» su sei giorni, prevedendo la presenza anche il sabato.
Un' altra indicazione che il comitato ha adottato è quella di dividere in gruppi le classi ma senza scioglierle: gli studenti resteranno con i loro compagni, e questo permetterà di riprendere, magari nel secondo quadrimestre, una didattica più tradizionale.
Per rendere praticabile il puzzle degli orari, con le classi divise a metà (si attendono le indicazioni finali del Cts sulle regole per il distanziamento) i presidi potranno usare una regola di autonomia che è già in vigore: potranno cioè ridurre la durata delle lezioni a 50 o 40 minuti.
In questo modo gli insegnanti, che per contratto hanno un orario in presenza di 18 ore (da 60 minuti), potranno svolgere 27 lezioni.
Se queste regole non saranno sufficienti a garantire - a parità di organico di insegnanti - le lezioni per tutti, si userà anche la didattica a distanza o la didattica mista, con lezioni o materiali che i ragazzi potranno studiare in autonomia. Si potrebbe lasciare a casa una classe per un intero giorno o integrare alcune ore nel pomeriggio. Se ci fossero regioni o aree di contagio, si tornerà comunque in modalità a distanza.
Il documento del comitato Bianchi arriverà nel fine settimana o al più tardi all' inizio di giugno, poi la parola passerà alla ministra e infine a presidi e insegnanti che dovranno organizzare le loro scuole.
Ma intanto per i presidi delle scuole superiori c' è un' altra emergenza da gestire: stanno crescendo i timori e anche lo scontento degli insegnanti per la maturità in presenza. È stato anche presentato un ricorso al Tar della Sicilia contro l' esame in classe. Senza contare che in Lombardia e nel Lazio non sono ancora stati trovati tutti i presidenti delle commissioni d' esame.